Nelle premesse del terzo
appuntamento annuale su "Preservazione della fertilità:
strategia per fa nascere il futuro" le ragioni per essere
preoccupati c'erano tutte. E puntuali sono venute fuori dal
confronto tra gli esperti italiani di varie branche del sapere
che il Gatjc Fertility Center ha chiamato ancora una volta a
raccolta nella sua sede di Gioia Tauro. E' quanto si legge in
una nota degli organizzatori.
"Nel 1950 - spiega la dottoressa Leona Cremonese, Ceo del
centro accreditato per la Procreazione medicalmente assistita -
nascevano più di un milione di bambini. Oggi siamo a molto meno
della metà. Se non invertiremo questa tendenza, nel 2050 sarà
sparito un numero di italiani pari agli abitanti della Sicilia.
Per scongiurare questo scenario, servirebbero tra i 2.1 e i 2.4
figli per ogni coppia giovane e fertile ma in Italia siamo fermi
a 1.24, con l'aggravante che non possiamo ancora contare su
politiche sociali ed economiche che aiutino realmente a cambiare
rotta".
Dal confronto al Gatjc tra medici, psicologi, sociologi,
mondo della scuola e dell'università, alla presenza del carante
regionale della salute Annamaria Stanganelli e del dirigente
generale del dipartimento Salute e welfare, Tommaso Calabrò, è
scritto nella nota, "è emersa una richiesta forte ed essenziale
di informazione".
"Le persone - afferma Cremonese - devono essere coscienti che
è difficile fare un figlio a 38 o 40 anni perché l'orologio
biologico ha tempi che sono dettati dalla natura. È vero che le
alternative esistono, come la crioconservazione dei gameti che
consente di preservare la propria fertilità e posticipare così
il momento in cui mettere al mondo un figlio. È vero anche che
la nostra branca medica, relativamente giovane, sta facendo
passi da gigante ed è già arrivata a far uso anche
dell'intelligenza artificiale. Tuttavia - aggiunge - è la
prevenzione a fare la differenza. Lo stile di vita sano, la sana
alimentazione, evitare l'abuso di alcol, non fumare, non far uso
di droghe, è fondamentale per preservare i propri gameti perché
si tratta di cellule che non possono essere riprodotte. Questo
significa che il percorso della crioconservazione, fatto di
diagnosi e terapia, può rivelarsi efficace ma a patto che si
osservino certe regole. Altrimenti, si rischia di arrivare
direttamente alla terapia, senza peraltro avere la certezza di
ottenere il risultato sperato".
"L'Italia - conclude Cremonese - può tornare a crescere,
grazie a quell'atto d'amore che è mettere al mondo un figlio ma
informare gli italiani, fare prevenzione soprattutto tra i
giovani affinché conoscano e proteggano la loro fertilità, fare
rete tra i soggetti coinvolti, dalla politica alla scuola, è la
condizione necessaria per ottenere il risultato. Altrimenti,
diventeremo un paese di anziani che peseranno sulle spalle di
pochi giovani, più di quanto non accada già oggi. È sarà il
peggiore futuro possibile".
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