Uno scarico di reflui
fognari depurati con valori fuori tabella e dati incompleti o
inesatti del registro di carico e scarico dei fanghi da
depurazione: queste le irregolarità accertate dai carabinieri in
alcuni depuratori tra i comuni di San Nicola Arcella e Scalea.
Le disfunzioni sono emerse nell'ambito di controlli
interforze svolti in tre impianti tra i due comuni dell'Alto
Tirreno cosentino, oltre che in alcune vasche di raccolta reflui
a servizio di parchi condominiali. Personale dell'Agenzia
ambientale della Regione Calabria (Arpacal) ha effettuato
campionamenti "allo scopo - viene spiegato - di intercettare
eventuali flussi inquinanti e pianificare, in prospettiva
futura, ulteriori mirati controlli".
In merito, il sindaco di San Nicola Arcella Eugenio Madeo ha
detto: "Ho verificato con dipendenti comunali e la ditta che
gestisce i nostri impianti e in uno di essi le forze dell'ordine
hanno riscontrato alcune irregolarità nella tenuta dei registri
di carico e scarico dei fanghi, che saranno oggetto di
approfondimento. Null'altro".
"Ci teniamo molto alla qualità della depurazione - ha
aggiunto - consapevoli delle ripercussioni che essa ha sul mare.
Da due anni, l'amministrazione comunale ha avviato un'operazione
trasparenza: chiunque, residente o turista, può chiedere in
qualsiasi momento di accedere ai nostri impianti di depurazione
per effettuare campionamenti e conseguenti analisi presso i
laboratori che ritengono opportuni, purché siano autorizzati.
Inoltre - ha concluso - abbiamo di recente rifatto l'intera
condotta in mare delle acque depurate, per 700 metri, grazie a
fondi regionali".
Il sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, ha reso noto di non
aver avuto alcuna comunicazione in merito ai controlli delle
forze dell'ordine e che avvierà "appena possibile le necessarie
verifiche in merito con il personale addetto".
I controlli sono avvenuti nell'ambito di servizi mirati ad
accertare la violazione di leggi in materia ambientale, in
particolare a danno dell'ambiente marino, e di sicurezza
alimentare e sui luoghi di lavoro. Alle operazioni hanno
partecipato carabinieri (Scalea), carabinieri forestali (Scalea
e Cetraro), ispettorato del lavoro, antisofisticazione e sanità
(Cosenza), guardia costiera (Maratea) con il supporto
specialistico di personale Arpacal.
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