(V' '++ Corruzione per appalti sanità in ...' delle 9.02)
Le indagini che hanno portato
stamani alla notifica di 15 misure cautelari di medici, docenti
universitari e imprenditori impegnati nel settore della sanità,
avrebbero consentito di delineare la turbata regolarità di 9
appalti pubblici del valore complessivo di oltre 33 milioni di
euro, banditi dalla Stazione unica appaltante della Regione
Calabria, dall'Università "Magna Graecia" di Catanzaro, nonché
dall'A.o. "Pugliese - Ciaccio" e dall'Aou "Mater Domini", ora
confluite nell'Aou "Dulbecco").
Rispetto a queste gare, gli investigatori hanno ipotizzato
illeciti legami tra alcuni pubblici ufficiali, preposti alla
gestione delle gare stesse, e gli agenti/rappresentanti delle
società che forniscono materiali o servizi sanitari, anche
mediante la turbata libertà del procedimento di scelta del
contraente con bandi e capitolati redatti in modo da orientare
l'aggiudicazione a soggetti
predeterminati, in violazione della concorrenza e a discapito
dell'economicità e della trasparenza dell'azione amministrativa.
In alcuni casi sono state ipotizzate condotte corruttive, con
utilità (promesse o erogate) ai pubblici ufficiali coinvolti,
intese quale remunerazione delle condotte illecite che sarebbero
state perpetrate in favore degli operatori economici interessati
alle procedure.
Sono stati ipotizzati anche reati di falso ed altro nello
svolgimento di concorsi indetti da alcuni degli enti pubblici,
per il reclutamento di personale, e di truffa, in relazione alla
ripartizione del fondo incentivi per le funzioni tecniche, a
beneficio di dipendenti dell'ex Azienda ospedaliera "Pugliese -
Ciaccio", in assenza dei presupposti previsti. E' stato
ipotizzato anche il reato di truffa in relazione alla
percezione, da parte di un dirigente medico dell'ex Azienda
ospedaliera universitaria "Mater Domini" e all'Università "Magna
Graecia", legato da un contratto di lavoro a tempo pieno ed
esclusivo, delle relative indennità economiche di esclusività,
sebbene lavorasse, occultamente, in due due cliniche private
accreditate con il Servizio sanitario nazionale aventi sede
nelle province di Crotone e Napoli, e ciò mediante l'utilizzo di
2 società prive di reale consistenza giuridico-economica, che
avrebbero emesso sistematicamente fatture per operazioni
inesistenti, con successiva corresponsione di somme in contanti
al pubblico ufficiale.
Contestualmente è stato eseguito il sequestro disposto
d'urgenza dal Pm nei confronti di 2 soggetti e di una società
per un valore complessivo di circa 530.000 euro.
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