"Non è vero che 'tutti i reflui
fognari venivano scaricati nel fiume Ancinale senza aver
completato il necessario ciclo di depurazione', come invece è
stato incautamente affermato nel comunicato". Ad affermarlo sono
i sindaci
Massimiliano Chiaravalloti (Satriano), Daniele Vacca (Soverato),
Giuseppe Papaleo (Davoli) e Luigi Aloisio (San Sostene) in
merito ad un comunicato stampa diffuso il 9 agosto scorso dalla
Guardia costiera in relazione al sequestro del depuratore
consortile di Soverato.
"I fatti reali ed accertati - scrivono i sindaci - sono i
seguenti: appena appresa la notizia diffusa a mezzo stampa, i
sindaci dei comuni serviti dall'impianto di Località Corvo, per
avere una piena ed ufficiale contezza della situazione, hanno
immediatamente richiesto alla Guardia costiera di Soverato il
risultato delle analisi dei prelievi effettuati presso il
depuratore.
In risposta a tale richiesta, il 13 agosto la
Guardia costiera ha inviato ai Sindaci copia dei rapporti di
'prova prelievo del 5/08/2024' e 'prova prelievo del
11/07/2024', eseguite dall'Arpacal e trasmessi alla Guardia
costiera con pec del 12 agosto 2024".
"I risultati delle analisi - prosegue la nota dei sindaci -
confermano che il ciclo di depurazione dell'impianto di Soverato
è perfettamente funzionante e che non sono state riscontrate
presenze di fanghi di depurazione al punto di scarico nel fiume
Ancinale. A ulteriore conferma di ciò, basti considerare le
verifiche e i controlli delle acque che l'Arpacal esegue a
cadenza mensile, da ultimo, nel nostro mare, in data 12 agosto
(quindi pochissimi giorni dopo i prelievi eseguiti dalla Guardia
costiera). Anche queste analisi, così come quelle effettuate nel
mese di luglio, attestano e confermano la buona qualità e
salubrità delle acque del mare dei comuni interessati. Peraltro,
va evidenziato che l'attività dell'impianto non è mai stata
interrotta e che tutto il ciclo di depurazione continua a essere
svolto in maniera completa".
"Appare alquanto strana - sostengono i sindaci - la fretta
con la quale si è voluto diffondere il comunicato stampa.
Difatti, la Guardia costiera ha effettuato i prelievi il 5
agosto ed ha ricevuto dall'Arpacal i risultati di 'fine analisi'
solo il 12 agosto; ma già il 9, dunque, ben prima di conoscere i
risultati completi e ufficiali, aveva comunicato urbi et orbi la
notizia (peraltro, non pienamente veritiera) del mal
funzionamento dell'impianto e dell'inquinamento delle acque.
D'altra parte, già in data 11 luglio la Guardia costiera aveva
eseguito un altro prelievo presso il depuratore e i risultati
delle analisi erano stati pressoché identici a quelli del 5
agosto. Sorge dunque un interrogativo: se la situazione era
identica e altrettanto grave anche nei primi giorni di luglio,
come mai non si è ritenuto di attivarsi immediatamente a
salvaguardia della salute pubblica, ovvero di informare il
Sindaco (che è, lo si ricordi, la massima autorità sanitaria nel
territorio comunale), perché adottasse con urgenza i
provvedimenti necessari? Infine, sarebbe oltremodo importante
poter avere piena certezza riguardo le modalità seguite
nell'effettuare i prelievi".
"Detto ciò - conclude la nota - si assicura che l'impegno
delle Amministrazioni dei Comuni serviti dall'impianto di
depurazione in questione, è sempre massimo al fine di
salvaguardare la salute pubblica, e che il monitoraggio del
funzionamento dell'impianto è costante e sempre assolutamente
rigoroso. In ogni caso, avendo questa notizia generato un
preoccupante e perdurante allarmismo nella popolazione, arrecato
un grave danno di immagine, le Amministrazioni comunali
ritengono opportuno e necessario intraprendere ogni azione nelle
sedi opportune, a salvaguardia della salute pubblica e
dell'ambiente, nonché del buon nome e dell'immagine delle
comunità interessate".
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