"Il mio impegno è quello di
affrontare il mio ruolo e di svolgerlo con grande rigore e
serietà, ma al contempo con apertura alla comunità vibonese. La
cultura dell'ascolto è una palestra importante, non facile da
mettere in pratica. A parole sì, ma nei fatti poi diventa molto
più difficile". A dirlo la nuova prefetta di Vibo Valentia Anna
Aurora Colosimo, incontrando i giornalisti a pochi giorni
dall'insediamento. Un ritorno, quello di Colosimo, che nel
vibonese è stata commissaria nei Comuni di Tropea e Gerocarne.
Un territorio, ha detto, "al quale sono rimasta molto legata"
sottolineando come la nomina rappresenti il coronamento di una
lunga carriera.
"Quello vibonese non è un territorio morto - ha detto
Colosimo - ma abbastanza vivace. Purtroppo, i problemi non sono
cambiati molto nel corso del tempo, e permane un contesto in cui
la presenza significativa della criminalità organizzata continua
a rappresentare un vulnus per la crescita. Pertanto l'azione del
sistema Stato deve cercare di agevolare il superamento di questo
limite. La Prefettura non effettua arresti o investigazioni, ma
può fare tanto in materia di prevenzione, soprattutto aiutando
la comunità perbene che vuole crescere consapevolmente a
liberarsi da un fardello che, bene o male, continua a sentirsi
addosso. Del resto, questa è una provincia segnata da
scioglimenti per mafia di importanti comuni e anche dell'Asp.
Questo deve far riflettere sulle difficoltà del territorio.
Ovviamente, la politica non può essere solo quella della
repressione, ma anche quella di affiancare le forze positive di
questo territorio che hanno voglia di affrancarsi da qualsiasi
fenomeno di malaffare".
Tra le problematiche che la prefetta si troverà ad affrontare
vi è anche quella legata alla sanità. "Da calabrese che conosce
il territorio - ha detto - nel settore della sanità siamo mille
passi indietro, e mi rendo conto che un'Asp commissariata per
mafia possa avere difficoltà a mettersi in moto. Pertanto, ha
veramente bisogno di grande sostegno, perché dobbiamo far in
modo che funzioni, soprattutto adesso che lo Stato si è assunto
la responsabilità della governance con una commissione di alto
profilo. Penso che si debba mettere in moto positivamente il
meccanismo dell'Asp. Poi, è chiaro che tutti i problemi della
sanità non dipendono dall'Asp, ma da un sistema sanitario che,
con grandi sforzi, il presidente Occhiuto sta cercando di
ricondurre a una normalità. Posso assicurare che l'approccio ai
problemi della sanità mi vedrà attivamente impegnata per la loro
risoluzione. L'apertura all'ascolto è il punto di partenza, e
poi da lì si dipana un po' tutto".
Parlando del rapporto con i sindaci, alcuni dei quali si
sentono come commissariati, Colosimo ha definito questa
percezione "un approccio sbagliato. Partiamo da un concetto
base: lo scioglimento di un comune per infiltrazione mafiosa è
una sconfitta della democrazia. Però, questo non dipende dalla
cattiveria della Prefettura o dello Stato, ma dalla capacità di
creare quei filtri necessari e quegli argini che un Comune deve
avere. Gli enti locali devono dotarsi di questi anticorpi che
non sempre sono presenti". Pur non entrando nel merito degli
scioglimenti recenti, la prefetta ha sottolineato che "quelle
situazioni sono state esaminate dagli organi competenti. Si è
fatta una valutazione sulla sussistenza dei presupposti per
procedere. Siamo in un sistema democratico fatto da contrappesi
e diverse valutazioni. Non è il prefetto a decidere che un
determinato Comune deve essere attenzionato. C'è tutto un
sistema di controlli, tutelato nell'ambito di una cornice di
assoluta democrazia.
Io provengo da territori piccoli come quello vibonese, dove
spesso, non dico in malafede, ma per incapacità, non si riesce a
dotarsi di questi anticorpi".
Colosimo ha parlato anche del rigore istituzionale come
"capacità di non soggiacere a una mentalità dell'amicizia e del
favore, che nella nostra Calabria esiste. Questa è una sconfitta
per le nostre comunità. Per esempio, andare in ospedale,
chiedere una visita al medico più bravo e farsi raccomandare è
un vulnus incredibile. Se la raccomandazione arriva da qualcuno
non libero, si crea un condizionamento che mina la democrazia. I
comuni sono il front office della democrazia, e proprio per
questo creeremo un ufficio dedicato alle relazioni con gli enti
locali, perché essi sono il nervo del nostro sistema
democratico. Lo Stato non vorrebbe mai giungere allo
scioglimento di un ente, perché, ripeto, questo rappresenta una
sconfitta della democrazia. Non spetta a me entrare nel
dibattito politico in corso, ma ci sono gli strumenti per
evitare il commissariamento di un Comune".
Anna Aurora Colosimo, infine, ha auspicato una collaborazione
proficua con gli organi di stampa. "Spero - ha detto - di
trovare con voi quel rapporto che avete sempre avuto con tutti i
miei predecessori. Con me troverete una porta aperta, non per
raccontarci le piccole cose, ma per capire insieme i problemi e
informare bene i cittadini. Credo che il primo aspetto in ogni
democrazia sia la consapevolezza dei diritti di ciascuno. Questo
approccio potrà fare tantissimo. È uno sforzo che faremo
insieme".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA