/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Processo per omicidio a Tropea, assolto l'unico imputato

Processo per omicidio a Tropea, assolto l'unico imputato

Sentenza della Corte d'assise di Catanzaro. Il delitto nel 2010

VIBO VALENTIA, 18 marzo 2025, 16:57

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

La corte d'Assise di Catanzaro ha assolto Francesco Saragò, di 40 anni, di Tropea per l'omicidio di Vincenzo Di Costa, avvenuto a colpi di pistola a Tropea, la sera 23 marzo 2010.

Sono state accolte le argomentazioni avanzate dai suoi difensori gli avvocati Sandro D'Agostino e Giovanni Vecchio e anche la Procura aveva chiesto l'assoluzione per l'imputato.
    Di Costa, che aveva 46 anni, stava parcheggiando il ciclomotore nel piazzale antistante la propria abitazione quando fu raggiunto da numerosi colpi di pistola.
    Dopo 15 anni per il delitto non c'è un responsabile.

Nel 2022 il gip distrettuale Pietro Carè, respingendo la richiesta di archiviazione presentata a suo tempo dal Pm, dopo l'opposizione presentata dal procuratore Camillo Falvo, aveva disposto l'imputazione coatta nei confronti di Saragò accusato dell'omicidio, connotato dalle modalità mafiose, del 46enne, accogliendo seppur in parte le richieste dell'avvocato Giovanna Fronte che assisteva la moglie della vittima.
    Subito dopo il delitto, gli investigatori avevano rinvenuto tracce di un possibile appostamento del killer in un terreno coperto di erba e rovi posto dinanzi all'abitazione della vittima, in posizione rialzata di circa due metro e mezzo, attraversato da un sentiero che conduceva anche all'abitazione di Filippo Saragò.
    Dagli atti di indagine della Squadra Mobile di Vibo relativa all'operazione antimafia denominata "Peter Pan", scattata nel dicembre del 2012, emergeva poi "la contiguità di Vincenzo Di Costa agli ambienti della criminalità organizzata". "In tal senso - scriveva ancora il gip - assumono rilevanza alcune intercettazioni del 2009 e del 2010 in cui esponenti della cosca La Rosa di Tropea commentano il comportamento 'esuberant' di Vincenzo Di Costa, mentre il collaboratore di giustizia Peter Cacko, il 7 ottobre 2009, si è autoaccusato di aver posizionato su mandato di Pasquale Quaranta di Santa Domenica di Ricadi, attualmente condannato all'ergastolo per omicidio, un ordigno esplosivo per danneggiare il chiosco adibito alla vendita delle cipolle dello "zingaro", alias con il quale era conosciuto Vincenzo Di Costa.
    Nel provvedimento del giudice vengono indicati tre possibili moventi del delitto legati ad una serie di circostanze attinenti il profilo della vittima, le frequentazioni con ambienti criminali del luogo e alcuni episodi di danneggiamento avvenuti poco prima del fatto.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza