(di Clara Varano)
Valorizzare il patrimonio
culturale ebraico in Calabria. É l'obiettivo della rassegna
"Calabria Judaica", promossa dalla cooperativa Satyroi di Bova
Marina e finanziata dal Dipartimento Cultura della Regione
Calabria.
Le origini della Calabria giudaica affondano nel mito. Lo
conferma un antico commento biblico in cui si racconta che
Isacco avrebbe conferito "l'Italia di Grecia" al figlio Esaù, a
consolazione della primogenitura carpitagli con l'inganno dal
fratello Giacobbe. Che la punta dello Stivale abbia avuto legami
strettissimi con l'ebraismo lo si evince anche dal suo
patrimonio culturale, unico nel suo genere, non fosse altro per
la sua capacità di intrecciare il passato con il presente.
La raccolta dei cedri che, ogni anno, richiama a Santa Maria
del Cedro rabbini di tutto il mondo, ne è un piccolo esempio.
Testimonianze archeologiche della Diaspora ebraica sono oggi
visibili nel Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria,
nell'Antiquarium Leucopetra di Lazzaro, frazione di Motta San
Giovanni, a Vibo Valentia e nel Museo archeologico nazionale di
Scolacium, a Roccelletta di Borgia. Tracce significative che
aumentano sempre più nel corso della storia, come dimostra la
figura di Dannolo Shabbatai, medico, astrologo e teologo,
vissuto a Rossano nel IX secolo.
Da Cosenza a Reggio, da Gerace a Castrovillari, la Calabria è
stata terra di fiorenti giudecche, di ebrei coltissimi e
cosmopoliti. Non è un caso che proprio a Reggio vennero
stampate, nel 1475, copie del Commento al Pentateuco di Rabbi
Shlomo Yitzhaqi, uno dei più grandi talmudisti del medioevo
ebraico. Si tratta del più antico testo stampato in caratteri
ebraici che si conosca al mondo, oggi fruibile attraverso una
copia anastatica conservata nella Biblioteca Pietro de Nava di
Reggio Calabra. Di tutto questo mondo suggestivo, stroncato nel
XVI secolo con la cacciata degli ebrei dal Sud Italia, si
parlerà nell'ambito della rassegna culturale che si è aperta lo
scorso 7 Luglio. Tra gli ospiti, Debora Penchassi, responsabile
culturale della Sinagoga di Lincoln Square, a Manhattan. Al
centro della rassegna l'ebraismo a 360 gradi, quindi, anche
l'aspetto culinario, come i cibi koscher.
A curare l'evento, che è stato organizzato in collaborazione
con la Soprintendenza di Reggio, Pasquale Faenza. "Non si punta
esclusivamente a valorizzare il patrimonio culturale giudaico
della regione - ha spiegato Marco Potitò, referente della
cooperativa Satyroi - ma anche a sensibilizzare la popolazione
verso una più approfondita conoscenza delle tradizioni ebraiche,
che potrebbero diventare un'occasione di scambio ma anche di
sviluppo locale, così come succede oggi a Santa Maria del Cedro,
in riferimento alla coltura del prezioso agrume".
"Calabria Judaica" prevede altri tre incontri: il 22 luglio
la rassegna si sposterà a Lazzaro, dove sarà possibile fruire
dell'Antiquarium Leucopetra dalle 18.30 fino alle 24, grazie
anche alla collaborazione del Comune e della Pro Loco, e dove si
parlerà di donne ed ebraismo. Musica, gastronomia e cultura del
mondo ebraico saranno di casa anche alla giudecca di Bova il 25
luglio, sempre alle 21, con "Giudecche di Calabria". A far
conoscere meglio le giudecche calabresi, un tempo ospitate nei
borghi della regione, sarà Chiara Corazziere, cui seguirà il
concerto di musiche ebraiche di Marco Valabrega (violino) e
Gianluca Casadei (fisarmonica). Chiuderà la rassegna l'evento
previsto a Bova il 30 luglio dalle 17 alle 21, curato da "Il
Giardino di Morgana" e da Domenico Guarna, che racconterà storie
e miti concernenti la Calabria ebraica nell'ambito di un
trekking urbano e un contest fotografico alla giudecca, di
recente valorizzata dalle istallazioni di arte contemporanea di
Antonio Pujia Veneziano e un sistema di pennellistica didattica
curato dal conservatore dei beni culturali Pasquale Faenza.
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