"L'ergastolo ostativo era ed è
l'architrave della legislazione antimafia italiana. Quanto
stabilito dalla Corte Costituzionale non deve agevolare alcun
colpo di spugna su norme che hanno consentito finora di
contrastare in maniera efficace il fenomeno mafioso nel nostro
Paese". Lo scrive, su Facebook, il magistrato antimafia Catello
Maresca, che così commenta l'incompatibilità dell'ergastolo
ostativo con la Costituzione, sancito dalla Consulta, la quale
evidenzia anche la necessità di un intervento legislativo. Il
nome di Catello Maresca è legato a importanti inchieste
anticamorra e all'arresto di elementi di spicco della
criminalità organizzata come il "superboss" del clan dei
Casalesi Michele Zagaria. Per il magistrato "le questioni di
legittimità accolte dalla Corte di Cassazione sul regime
applicabile ai condannati alla pena dell'ergastolo per reati di
mafia e di contesto mafioso che non abbiano collaborato con la
giustizia, meritano una risposta adeguata e veloce del
Legislatore". "Bisogna tenere in considerazione certamente la
sensibilità espressa dalla Consulta, - sottolinea il magistrato
- ma non si può dimenticare che la eradicazione del cancro
mafioso dal nostro Paese è una priorità assoluta per il futuro
dei nostri figli. Vanno studiati percorsi tecnici e norme che
devono inserirsi senza far danni nell'attuale sistema di norme
di contrasto alla criminalità organizzata. Norme che sono state
scritte col sangue di centinaia di imprenditori, poliziotti,
carabinieri, finanzieri, magistrati, cittadini comuni, uccisi
perché non hanno mai piegato la schiena davanti ai mafiosi".
"Non più automatismo tra la mancata collaborazione e l'ergastolo
ostativo, - conclude Catello Maresca - ma percorsi seri di
analisi e vaglio della pericolosità dei detenuti. Sicurezza
pubblica e rieducazione sono valori che possono anzi devono
coesistere".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA