Dovranno comparire il 14 settembre
prossimo al Tribunale di Napoli (settima sezione collegio C) per
il dibattimento i 21 imputati di associazione a delinquere
finalizzata all'estrazione dei datteri di mare - mollusco di cui
è vietata anche da Convenzione internazionali la cattura, la
detenzione e il commercio - dal loro habitat naturale sulle
scogliere e alla successiva commercializzazione; condotte che
per la Procura di Napoli avrebbero compromesso irrimediabilmente
le scogliere antemurali del Porto di Napoli (Molo San Vincenzo e
Molo San Giovanni), quella a Castellammare di Stabia, e persino
le universalmente note pareti rocciose di natura carbonatica dei
Faraglione di Capri. E' stato il giudice per le indagini
preliminari di Napoli Federica Colucci a disporre, su richiesta
della Procura, il giudizio immediato per i 21 imputati, sei dei
quali sono attualmente in carcere mentre sette sono ai
domiciliari (sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza nel
marzo scorso); tra gli imputati compare anche il 41enne Angelo
Esposito, militare in servizio presso la Guardia Costiera di
Portici, che avrebbe rivelato agli altri indagati l'esecuzione
di operazioni programmate contro la pesca di frodo. La metà
degli imputati (12), percepivano inoltre indebitamente il
reddito di cittadinanza, per cui rispondono anche di truffa.
Tutti inoltre sono ritenuti elementi del cosiddetto "gruppo
Amato", dal cognome del capo indiscusso e promotore
dell'organizzazione, ovvero il 57enne Pasquale Amato detto "O
Palumbaro". Imputati anche dipendenti pubblici che hanno svolto
il ruolo di intermediari delle vendita, come Francesco Baldo,
dipendente della società che la gestisce funicolare di Capri,
Ciro Di Sabato, dipendente dell'Asl 1 Napoli Centro. Nel
processo che inizierà a settembre compariranno tredici parti
offese, tra cui il Ministero per la Transizione Ecologica, i
Comuni di Napoli e Capri, l'Inps, la Regione Campania,
associazione ambientaliste come Wwf, Legambiente, L'Altritalia
Ambiente (difesa da Gennaro Caracciolo).
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