E'
iniziata nell'aula bunker del carcere di Santa Maria Capua
Vetere (Caserta) l'udienza preliminare del processo in cui sono
imputati 108 tra agenti della Polizia penitenziaria e funzionari
del Dap per le violenze ai danni dei detenuti avvenute nella
struttura casertana il 6 aprile 2020. "Una mattanza di Stato"
l'ha definita ieri il garante campano dei detenuti Samuele
Ciambriello, che oggi era presente fuori dell'aula bunker perché
il suo avvocato Francesco Piccirillo si costituirà parte civile
nel processo.
"E' un dovere civile, morale e costituzionale dopo le denunce
che hanno fatto aprire l'inchiesta ad una Procura attenta,
sensibile ed efficace. Noi chiediamo solo giustizia e verità, i
processi servono a questo. Ringrazio il ministro Cartabia e il
premier Draghi che quando vennero a Santa Maria Capua Vetere
(luglio 2021) hanno detto che lo Stato non dimenticherà",
sottolinea il Garante campano. Presenti questa mattina molti
imputati, anche qualcuno dei venti poliziotti ancora ai
domiciliari, tra cui l'ex comandante della Polizia Penitenziaria
del carcere di Santa Maria Capua Vetere Gaetano Manganelli, tra
i principali imputati. Quasi 150 invece le parti offese, tra
detenuti vittime dei pestaggi e associazioni che tutelano i
diritti dei reclusi, che faranno richiesta di costituzione di
parte civile. All'esterno dell'aula bunker c'era anche una
piccola rappresentanza di rappresentanti del sindacato di
polizia penitenziaria Uspp, in particolare il segretario
regionale campano Ciro Auricchio e il suo vice Antonio
Flagiello. "Abbiamo piena fiducia nell'operato della
magistratura - dice Auricchio - e abbiamo chiesto al governo di
dotare gli agenti di webcam sulla divisa per lavorare in maniera
trasparente nelle sezioni detentive e regole di ingaggio chiare
in caso di rivolte negli istituti penitenziari".
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