Sono stati trovati nel reparto del
carcere napoletano di Secondigliano "S3" che ospita elementi di
spicco della criminalità organizzata trenta cellulari, tra cui
molti smartphone, sequestrati dalla polizia penitenziaria
durante di una specifica operazione finalizzata a contrastare
l'introduzione di telefoni e droga negli istituti penitenziari.
Insieme con i telefoni è stata trovata e sequestrata anche
sostanza stupefacente. Lo rende noto l'Osapp, con il segretario
regionale campano Vincenzo Palmieri, che ha espresso
"soddisfazione" per "l'alta professionalità degli agenti". Per
il vice segretario regionale Luigi Castaldo, "può trovare una
spiegazione solo considerando gli interessi criminali, viste l'
inasprimento delle pene, il fenomeno dei cellulari in carcere,
che deve essere contrastato con specifici mezzi, da mettere in
campo per garantire maggior sicurezza per tutti. Basterebbe
l'utilizzo di jammer inibitori di segnale e, ovviamente, più
personale di Polizia Penitenziaria addetto ai controlli sia
esterni che interni, per bloccarlo".
Anche il segretario generale Leo Beneduci plaude le donne e
gli uomini della Polizia Penitenziaria "che, nonostante le
ataviche criticità, mancano circa 1000 poliziotti penitenziari
in Campania, riescono come oggi a mettere a segno un duro colpo
alla criminalità". "Nonostante la normativa, che punisce questa
fattispecie di reato, - commentano Giuseppe Moretti e Ciro
Auricchio, presidente e segretario dell'Uspp - continuano a
susseguirsi le attività di rinvenimento di cellulari e droga
all'interno delle carceri, attraverso l'uso di stratagemmi
sempre più raffinati come nel caso di Secondigliano.
Ciononostante vengono comunque individuati il nostro plauso va
al comando di polizia penitenziaria di Secondigliano",
concludono i due sindacalisti.
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