Renato Carpentieri è regista e
interprete de 'Il Complice' di Friedrich Dürrenmatt, una
commedia distopica, oltre che metafora ironica di questa nostra
"epoca del grottesco e della caricatura", che sarà in scena
giovedì 12 maggio (in replica venerdì 13) sul palcoscenico del
Teatro Nuovo di Napoli.
Presentato da Teatro di Napoli - Teatro Nazionale e
Associazione Culturale "Il punto in movimento", l'allestimento
vedrà in scena, accanto a Carpentieri (nel ruolo di Boss),
Salvatore D'Onofrio (Doc), Giovanni Moschella (Cop), Valeria
Luchetti (Ann), Francesco Ruotolo (Vecchio e Jim), Antonio Elia
(Bill), Pasquale Aprile (Sam). La storia racconta di Doc, uno
scienziato famoso che la crisi economica ha buttato sul lastrico
e che vive nel sottosuolo di una metropoli. Costretto a lavorare
per Boss, potente anziano capomafia, ha inventato una macchina
per dissolvere cadaveri: il necrodializzatore. Gli affari vanno
a gonfie vele ma Doc e la sua invenzione diventano oggetto di
contesa e strumento di lotta tra interessi diversi. Nella
gestione della macchina infernale, fra Boss e Doc s'inserisce il
capo della polizia, Cop. Quando si scontrerà con la gigantesca
rete di connivenze che domina la macchina statale, anche Cop, a
suo modo cercatore di giustizia, rimarrà schiacciato e il
controllo dell'apparato, con Doc come insostituibile tecnico
addetto, passerà alle alte sfere dell'ordine costituito.
"Il complice - dice Renato Carpentieri - è un'allegoria
grottesca, com'era allegoria quella dei Viaggi di Gulliver di
Swift: lo stesso Dürrenmatt si definisce il commediografo più
truce che ci sia. La scelta di una forma allegorica mi ha spinto
verso questo lavoro, anche come reazione alla moda teatrale di
falso realismo o di sogni estetizzanti sfruttando gli autori
classici". Le scene sono a cura di Arcangela Di Lorenzo, i
costumi di Annamaria Morelli, le luci di Cesare Accetta, il
suono di Andreas Russo.
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