E' ritenuto "il perno principale dell'attività illecita" Pietro Ioia, ex pusher della camorra e da oggi anche ex garante dei detenuti del Comune di Napoli, arrestato dai carabinieri di Castello di Cisterna in quanto ritenuto uno dei componenti dell'associazione a delinquere che, in cambio di denaro, introduceva - proprio grazie a Ioia - cellulari, droga e altri oggetti, come orologi, nell' "albergo", come veniva chiamato in codice il carcere napoletano di Poggioreale. Insieme con Ioia - che avrebbe intascato qualche centinaia di euro per ogni consegna - il gip di Napoli Valentina Giovanniello ha disposto l'arresto in carcere anche per Sonia Guillari e Massimiliano Murolo, ritenuti a capo della banda, e per i detenuti Nicola Donzelli, Antonio De Maria e Vincenzo Castiello. I domiciliari invece riguardano Maria Cardamone Maresca (moglie di Donzelli) e Grazia Pages che consegnava i cellulari da introdurre nel carcere alla Guillari. I reati contestati a vario titolo sono associazione per delinquere finalizzata all'accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti e corruzione. Sono una decina le consegne che i carabinieri, coordinati dalla Procura di Napoli, hanno documentato con video e intercettazioni ambientali, compiute con la collaborazione della Direzione del Carcere di Poggioreale e la Polizia penitenziaria. In una emerge, come la definisce il gip, "l'affectio" di Ioia al programma criminoso. E' il 16 dicembre 2021, la figlia gli chiede 500 euro e lui: "Ora vedo di entrare altri due cosarielli là dentro, sotto Natale... devo prendere pure il motorino a quello (il figlio)". Alcune consegne, di cellulari e di droga, una di 50 grammi di cocaina, in cambio di 5-600 euro da suddividere, sono state sventate dai controlli ma non quella del dicembre 2021, quando Ioia lascia nelle mani dei detenuti Nicola Donzelli e Antonio De Maria (entrambi arrestati) hashish per 10mila euro, droga poi consegnata ad altri carcerati evidentemente per alimentare lo spaccio di stupefacenti all'interno del penitenziario più affollato d'Europa. Il denaro ricevuto, i 10mila euro, sono destinati ad essere suddivisi, sostengono gli inquirenti, tra Ioia, Donzelli e De Maria. Ovviamente i colloqui tra i componenti della banda, avvenivano in codice: la parola "albergo", utilizzata per indicare Poggioreale, la usavano anche Ioia e Sonia Guillari al telefono fingendo appuntamenti amorosi per non destare sospetti. In realtà, hanno accertato i carabinieri, tutto era soltanto riconducibile alla volontà di mascherare le attività illecite visto che tra i due non è emerso alcun tipo di rapporto sentimentale, come anche incontri amorosi in hotel.
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