Ordinò con un pizzino l'omicidio di
un imprenditore titolare di un'attività di pompe funebri,
Giovanni Parente, che aveva osato opporsi al "monopolio" del
clan dei Casalesi nel settore del "caro estinto". Per questo
motivo la Corte d'Appello di Napoli (prima sezione, presieduta
da Alfonso Barnarano) ha condannato all'ergastolo il capo della
cosca casertana Francesco Schiavone noto come "Sandokan", uno
degli irriducibili del clan; anche oggi, collegato in
videoconferenza dal carcere in cui è detenuto, Sandokan ha
ascoltato il verdetto in silenzio, prendendosi l'ennesimo
ergastolo della sua vita.
Non una parola, a differenza dell'alto capo del clan Michele
Zagaria, che spesso interviene nei processi in cui è imputato.
Con Sandokan è stato condannato all'ergastolo anche il cugino
omonimo Francesco Schiavone detto "Cicciariello", che a
differenza del primo da qualche anno si è dissociato dal clan
senza mai avviare un percorso di collaborazione con la
giustizia. Nel corso del processo, Cicciariello ha ammesso la
propria responsabilità in ordine all'omicidio. Sandokan e il
cugino furono assolti in primo grado. Per il delitto, che
avvenne nel 1996 a Santa Maria la Fossa, sono stati già
condannati gli esecutori, tra cui Cesare Bianco, condannato a 20
anni e dieci mesi. Il delitto - è emerso dal processo - fu
commesso perché Parente aveva deciso di effettuare un funerale
invece di lasciare il lavoro all'agenzia di cui era proprietaria
Lucia Setola, suocera di Antonio Papa, affiliato al clan
Mezzero, referente del clan Schiavone nei comuni casertani di
Grazzanise e Santa Maria la Fossa. Sandokan e il cugino decisero
dunque di punire Parente per la presunta violazione dell'accordo
che concedeva all'impresa riconducibile a Papa il monopolio dei
funerali in zona. Ad incastrare Sandokan fu un pizzino - mai
rinvenuto ma di cui hanno riferito pentiti del clan ritenuti
attendibili - inviato al cugino in cui rimarcò i problemi che
stavano emergendo nel Basso Volturno, area controllata da
Cicciariello, proprio relativi al settore delle agenzie funebri;
per gli inquirenti la missiva era uno esplicito segnale ai suoi
sottoposti affinché agissero eliminando Parente.
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