L'industria delle costruzioni, spinta dal Green Deal europeo e dalle politiche di transizione energetica, fino al 2030 avrà bisogno di nuova occupazione valutata in 230 mila nuovi posti di lavoro «in tempi di mismatch e carenza di manodopera specializzata, se ci fosse qualche donna interessata ai miei cantieri, l'accoglierei subito».
L'accorato invito arriva da Yari Cecere, imprenditore napoletano dei greenbuilding, unico ospite proveniente dal Sud Italia durante il forum sulla parità di genere "Punto Genere" condotto a Bergamo, nella sede di Italcementi al Kilometro Rosso, dalla giornalista Mediaset Cesara Buonamici.
Sembra una provocazione, ma è lo stesso imprenditore a spiegare
le motivazioni di un annuncio così inusuale per un settore da
sempre considerato un "club" di soli uomini. «Più donne occupate
è uno dei grandi obiettivi dettati dalla missione 5 del PNRR e
dall'Agenda 2030, in tempi di bassa crescita e abbondante
talento femminile il settore edilizio potrebbe dare un forte
contributo alla riduzione dei differenziali di genere perché le
competenze green sono introvabili e i numeri ci dicono che sono
proprio le donne a mostrare maggiore propensione ai due mega
trend più importanti per le imprese, digitalizzazione e
sostenibilità ma ancora troppi pregiudizi e stereotipi frenano
l'onda rosa in questo settore e se non ci attiviamo un'altra
occasione verrà sprecata».
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