(ANSA) - NAPOLI, 01 GIU - "Non luogo a procedere": si è
praticamente concluso con un nulla di fatto il processo sul voto
di scambio a Sant'Antimo, in provincia di Napoli, iniziato e
conclusosi presso il Tribunale di Napoli Nord dopo le eccezioni
sollevate dagli avvocati. I reati contestati agli imputati,
complessivamente 23, erano l'associazione a delinquere e la
corruzione elettorale. I fatti risalgono alle elezioni comunali
dell'11 giugno 2017 e il procedimento giudiziario sarebbe dovuto
iniziare al massimo entro due anni.
Ma così non è stato e quindi, a iniziare dall'avvocato Pietro
Rossi, i legali dei difensori hanno puntato le loro discussioni
evidenziando il ritardo con il quale ha preso il via il
giudizio. Alcune posizioni, comunque, sono state stralciate, per
difetti di notifica, e adesso sarà necessaria un'altra udienza,
dopo il nuovo invio delle convocazioni, che purtroppo non potrà
avere esito diverso da quello cui si è giunti oggi.
Il "non luogo a procedere" è stato riconosciuto sussistente,
dal giudice, per il reato di corruzione elettorale mentre per
l'associazione a delinquere sono stati ritenuti insussistenti i
criteri sui quali si sono basati gli inquirenti.
Per gli investigatori i presunti componenti dell'associazione
a delinquere si sarebbero resi responsabili di avere contattato
gli elettori (attraverso il passaparola e appostamenti nei
pressi di esercizi commerciali particolarmente frequentati)
proponendo denaro e altre utilità (anche posti di lavoro, in
taluni casi) in cambio del voto per specifici candidati.
Ma l'inizio del processo oltre i limiti prestabiliti ha
vanificato gli sforzi della Procura.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA