"Nell'umiltà della mia fatica
pastorale, in una terra di confine sono preoccupato seppur non
rassegnato. Terra di confine, è la mia Napoli. Territoriale, tra
il Sud e il Nord, dove Sud è l'arretratezza, con tutto il carico
di dolori e di errori, e il Nord è lo sviluppo, con tutto il
peso delle sue contraddizioni". È quanto scrive in una lettera
aperta sull'autonomia differenziata l'arcivescovo di Napoli,
Mimmo Battaglia.
A giudizio del presule il nostro Paese, che "dalla grave
pandemia è uscito impoverito e diviso, rischia di essere
trascinato in un campo in cui l'egoismo che ci prende sempre di
più si codifica in scelte politiche nette. Scelte che alimentano
quel desiderio di separatezza di una parte del territorio da
tutto il resto del Paese".
Un desiderio, aggiunge "questo, che ha un'origine lontana.
In quel tempo in cui si pensava a una diversa articolazione
dello Stato, di fatto divisiva e separatista, mascherata di
decentramento e partecipazione dal basso, quando invece altro
non era che il tentativo di fare dell'Italia, nazione grande e
prestigiosa, tante piccole italie, lontanissime dalla più grande
e potente che si sarebbe agganciata all'Europa".
Per don Battaglia ora il sostegno deve andare, invece, ai
territori maggiormente in difficoltà "affinché non siano
lasciati soli. A quelli del Sud perché in essi splenda
pienamente il sole. Il sole incontro al quale devono correre i
nostri ragazzi, per costruire insieme la felicità. Di tutti".
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