Mancavano pochi giorni al
Natale del 2021 quando Antonio Morrione, titolare di una
pescheria a Boscoreale (Napoli) fu ammazzato con un colpo di
pistola che lo raggiunse alla nuca. Aveva reagito ad un
tentativo di rapina di una banda composta da almeno quattro
persone e che, secondo la ricostruzione dei fatti, aveva poco
prima portato a termine un'altra rapina ai danni dell'attività
gestita dal fratello della vittima, Giovanni Morione. A distanza
di oltre un anno e mezzo da quel sanguinoso 23 dicembre 2021,
due dei presunti componente della gang che agì quella sera sono
stati assicurati alla giustizia: i carabinieri del gruppo di
Torre Annunziata hanno infatti dato esecuzione ad una ordinanza
di custodia cautelare nei confronti di due soggetti (le cui
identità non sono state rese note) uno dei quali già detenuto.
I due avrebbero commesso prima la rapina presso la pescheria
di Giovanni Morione e, successivamente, avrebbero tentato di
fare lo stesso anche nella pescheria gestita dal fratello
Antonio, non riuscendo a portare a termine il colpo per la
reazione di quest'ultimo, che in segno di reazione (anche per
l'aggressione subita dalla figlia, presente in quel momento
nell'attività) aveva tagliato una delle ruote dell'auto sulla
quale erano giunti i rapinatori servendosi di un coltello in uso
alla pescheria.
Proprio a seguito della reazione del titolare, secondo quanto
ricostruito dalle forze dell'ordine, erano stati esplosi da uno
dei rapinatori almeno quattro colpi d'arma da fuoco, uno dei
quali aveva colpito Morione alla nuca senza lasciargli scampo.
Le indagini, portate avanti anche attraverso intercettazioni
telefoniche ed ambientali, hanno permesso di raccogliere indizi
di colpevolezza a carico di quattro soggetti, ritenuti però
''dal giudice - come spiegano dalla Procura della Repubblica di
Torre Annunziata - gravi solo per i due indagati destinatari del
provvedimento cautelare eseguito in data odierna e non anche per
gli altri due indagati, uno dei quali individuato come probabile
esecutore materiale dell'omicidio, per i quali questa Procura
aveva del pari richiesto l'applicazione della custodia cautelare
in carcere''.
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