Il caldo torrido di questi giorni
sta facendo danni enormi alla limonicoltura. Dai produttori
dell'Igp limone Costa d'Amalfi arrivano segnali allarmanti di
una cascola generalizzata. Il grido d'allarme è stato raccolto
da Confagricoltura Salerno, che ha evidenziato come il fenomeno
abbia ripercussioni economiche notevoli sulle aziende agricole
"Per effetto delle condizioni meteo - evidenzia Antonio
Costantino, presidente provinciale di Confagricoltura - i limoni
sono caduti a terra e i grossisti non li ritirano perché non c'è
vendita. Attualmente, se va bene, li pagano a 60-70 centesimi al
chilogrammo e i produttori non riescono a coprire neppure le
spese".
Nei terrazzamenti i limoni non vengono neanche più raccolti
per la vendita e si stanno addirittura utilizzando i rastrelli
per pulire il suolo dai frutti caduti e destinati al macero.
Solitamente a luglio il prezzo era di un euro al chilogrammo e
tendeva ad aumentare a 2 euro raggiungendo anche i 2 euro e 50
centesimi a metà agosto.
La perdita economica per i produttori dunque è rilevante. "In
realtà - aggiunge Costantino - la stagione della raccolta era
iniziata già male, da un punto di vista dei prezzi, ma ora sta
precipitando nell'assoluto silenzio del Consorzio di tutela che
non ha capacità di contrattazione nei confronti dei grossisti e
della grande distribuzione. Continuando di questo passo, in
assenza di politiche di tutela, non sarà più remunerativo
coltivare lo sfusato d'Amalfi"
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