E' tempo di vacanze anche per i
medici, che negli ospedali della Campania d'estate si rimboccano
le maniche per non lasciare senza assistenza i pazienti,
aumentando il volume di lavoro in quasi la metà dei casi per
sopperire a carenze di organico che tra giugno e settembre
diventano insostenibili, visto che circa un terzo dei
professionisti va in ferie. Così molti fanno gli extra per
coprire i turni di notte e il 74% salta i riposi settimanali.
Nonostante l'impegno però le attività ambulatoriali diminuiscono
nel 42,2% dei casi e chiudono del tutto nel 37% degli ospedali
campani, mentre complessivamente la qualità dell'assistenza
sanitaria, richiesta anche d'estate, è compromessa nel 63% dei
casi in modo sensibile.
A fornire il quadro degli ospedali italiani nel periodo
estivo, quando le ferie rendono difficilmente sostenibili i
vuoti in pianta organica, è una analisi condotta dalla
Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi) in 19
Unità operative di medicina interna degli ospedali campani. Una
situazione che rispecchia quello che avviene anche in larga
parte dei dipartimenti di altre specialità mediche.
Tra giugno e settembre, secondo l'indagine Fadoi, solo il 79%
dei medici della Campania che riescono ad usufruire dei 15
giorni di vacanze nel periodo estivo, come garantito dal
contratto nazionale di lavoro. Questo comporta una riduzione
degli organici in reparto fino al 30-50%.
Per chi resta il volume di lavoro aumenta nel 42,2% dei casi
e ciò incide "abbastanza" sull'assistenza offerta ai cittadini
nel 52,6% dei nosocomi, "molto" in un altro 10,5%, "poco" nel
26,3% dei reparti e per nulla nel 10,6%.
A risentirne nello specifico sono poi le attività ambulatoriali,
che diminuiscono le loro attività nel 42,2% dei casi e chiudono
del tutto nel 37% degli ospedali. Un altro 5,2% garantisce
invece l'invarianza nel numero e nei tempi delle attività negli
ambulatori, che sono rimodulate nei tempi ma invariate nel
numero di prestazioni sempre nel 15,6% di casi.
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