Un supplemento di indagini è stato
chiesto dal gip di Napoli nei confronti di un uomo, padre
adottivo di una ragazza maggiorenne, che, dopo avere scoperto
l'omosessualità della figlia, ha installato una telecamera nella
stanza della ragazza per spiarla.
Dopo 12 anni vissuti in un orfanotrofio lituano, Rebecca
(nome di fantasia) ha iniziato una nuova vita in Italia, con una
sorellina, grazie a quell'adozione. I primi anni sono trascorsi
serenamente, poi l'omosessualità della ragazza, inizialmente
nascosta e in seguito rivelata, prima alla mamma e poi anche al
padre, si è trasformata in un problema, in particolare per il
genitore, che ha iniziato a spiarla con una telecamera nascosta.
L'autorità giudiziaria ha ritenuto sussistente il reato di
interferenza illecita nella vita privata della ragazza in
relazione all'installazione, proprio di fronte al letto della
figlia, della telecamera e ha chiesto ulteriori accertamenti.
Nel frattempo i rapporti tra la giovane e i genitori si sono
incrinati e lei ha abbandonato la casa. "Dai miei genitori mi
aspettavo un normale rapporto - dice Rebecca - senza segreti,
comprensivo. Confidavo anche in una mentalità più aperta da
parte loro, cosa che purtroppo non c'è stata".
Insieme con il suo avvocato, Sergio Pisani, Rebecca -
consegnando registrazioni audio e conversazioni in chat - ha
anche denunciato che il padre, spacciandosi per persone
inesistenti, attraverso il web aveva tentato di indurla a
compiere atti sessuali. Il giudice però dopo avere analizzato
gli atti ha ritenuto insussistente quella tipologia di reato.
Per l'autorità giudiziaria, in sostanza, "gli eccentrici e
(almeno apparentemente) 'spregevoli' comportamenti" dell'uomo
"costituirebbero soltanto una messinscena, finalizzata a
provocare la figlia e ad indurla a rivelargli le sue esperienze
sessuali: ciò allo scopo di comprendere il suo orientamento e se
esso fosse effettivamente concretizzato in rapporti intimi con
altre ragazze".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA