"Centinaia di persone sul
marciapiede e schiamazzi insopportabili fino a notte fonda:
abbiamo chiamato più volte le forze dell'ordine, ci siamo
rivolti alle istituzioni che ci hanno garantito aiuti e
controlli ma poi non ci rispondevano nemmeno al telefono: siamo
distrutti, mio padre era stremato dalla situazione di violenza
psicologica del locale e dall'inerzia delle istituzioni". A
parlare è Arianna Trimarchi, figlia di Paolo Trimarchi, il
61enne di Afragola (Napoli) che, secondo quanto riferisce la
famiglia, adesso assistita dall'avvocato Sergio Pisani, si è
tolto la vita esasperato da una diatriba con un commerciante.
Trimarchi, dopo avere annunciato il suicidio con un post su
Facebook, si è tolto la vita impiccandosi. Il suo corpo è stato
trovato sabato scorso, nel negozio dove lavorava. Arianna ha
anche diffuso in un video, girato dal padre, che documenta la
condizione in cui la sua famiglia era costretta a vivere.
"So che anche il deputato Borrelli aveva inviato una lettera
alla Polizia Municipale di Afragola chiedendo spiegazioni, -
dice la donna - ma da quello che ho capito non ha mai avuto
risposte. Dicono che questo signore abbia i permessi per
occupazione suolo - prosegue - che sicuramente non prevedeva
centinaia di persone sul marciapiede e per strada, bicchieri e
bottiglie di vetro lasciate ovunque".
"Lo scenario descritto e documentato dalla figlia con foto e
video presenti anche sui social - commenta l'avvocato Pisani - è
andato avanti per anni. Una vera e propria discoteca all'aperto.
Mi chiedo come tutto ciò sia stato possibile. Un processo per
disturbo al riposo (Trimarchi aveva denunciato il negoziante)
per fatti del 2021 fissato per il 2026. Addirittura un adesivo
sul camioncino del locale per augurargli la morte. Omissioni e
comportamenti illeciti hanno fatto precipitare l'uomo in uno
stato di sofferenza che lo ha indotto al suicidio", conclude il
legale.
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