Era un fruttivendolo a custodire
l'arsenale e anche la droga del clan napoletano Soraniello,
organizzazione malavitosa che agisce sotto il controllo
dell'Alleanza di Secondigliano e che traffica e spaccia droga
nel Rione Traiano, una delle piazze di spaccio più importanti
della città.
All'alba di oggi il clan ha subìto un duro colpo grazie a
un'ordinanza di custodia cautelare emessa al gip di Napoli su
richiesta della DDA che riguarda 29 indagati, presunti
appartenenti al clan. A notificare i provvedimenti sono stati i
carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di
Napoli. Due elementi di vertice del clan risultano irreperibili:
si stratta del boss Simone Soraniello e di Simone Bartiromo,
diventato punto un riferimento nell'approvvigionamento della
cocaina dopo l'arresto del narcotrafficante internazionale
Raffaele Imperiale e del suo braccio destro Bruno Carbone. Un
terzo indagato, Giuseppe Gaetano, è invece deceduto, per cause
naturali.
L'arsenale è stato scoperto il 13 gennaio 2021 in un negozio di
frutta che si trova nel quartiere Bagnoli di Napoli, a non molta
distanza dal rione Traiano. A gestirlo era Salvatore Vivenzio,
cognato del boss Soraniello, che in quell'occasione è stato
arrestato e successivamente condannato in primo grado il 22
luglio dello stesso anno. Dalle indagini è anche emerso anche
che svolgeva il ruolo di corriere.
Quel giorno i carabinieri sequestrarono 10 mitragliatori (5
kalashnikov e 5 pistole mitragliatrici), un fucile a pompa, 11
pistole, un silenziatore, 328 proiettili di vario calibro, 3
giubbotti antiproiettile e 14 chilogrammi di droga (11,296 di
hashish e 2.621 di marijuana). L'episodio provocò il disappunto
del boss Soraniello che, in una intercettazione ambientale
captata dagli carabinieri commenta sconfortato l'accaduto
parlando con una persona nopn identificata: "Si sono portati
tutto quanto, Ci hanno spogliato nudi, hai capito?".
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