"Lo studio Pearl ha confermato
l'efficacia del fremanezumab nel trattamento di pazienti affetti
da emicrania episodica ad alta frequenza e pazienti con
emicrania cronica e inoltre conferma anche la sicurezza della
terapia che non ha assolutamente dato eventi avversi per cui sia
stato necessario interrompere la terapia per problematiche
rilevanti". A dirlo è Renata Rao, responsabile del Centro
Cefalee dell'Asst Spedali civici di Brescia, in occasione del
simposio dell'azienda farmaceutica Teva nel corso del 53esimo
congresso della Sin, la Società italiana di neurologia, che si
sta svolgendo a Napoli.
I risultati della seconda analisi ad interim dello studio
Pearl hanno consentito di verificare che il fremanezumab è
efficace a 12 mesi "senza grandi fluttuazioni" sia negli
emicranici ad alta frequenza che nei cronici. Pazienti che
dunque mantengono per tutta la terapia "una costanza" nella
risposta. "Questi sono dati importanti e rivoluzionari per chi
soffre di mal di testa - ha sottolineato Rao - perché in passato
invece le terapie garantivano effetti momentanei, con
fluttuazioni, per cui il paziente era portato a interrompere il
trattamento mentre lo studio Pearl evidenzia che con i nuovi
farmaci il paziente prosegue la terapia".
Lo studio ha inoltre fatto emergere che i pazienti con
emicranie croniche ad altissima frequenza, e dunque con oltre 15
giorni al mese di mal di testa, durante la terapia vengono
"convertiti" in pazienti con emicrania episodica: un 50 per
cento di pazienti arriva perfino ad avere una media compresa fra
0 e 7 giorni al mese di mal di testa. Il ricorso alla terapia
con fremanezumab inoltre riduce il ricorso agli antidolorifici
che spesso i pazienti affetti di emicrania assumono "per paura"
che il dolore peggiori.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA