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Occupata l'Università Orientale di Napoli a sostegno della Palestina

Occupata l'Università Orientale di Napoli a sostegno della Palestina

Esposto uno striscione di solidarietà a Gaza 'fino alla vittoria'

NAPOLI, 06 novembre 2023, 18:55

Redazione ANSA

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Occupata Universit� Orientale Napoli a sostegno Palestina - RIPRODUZIONE RISERVATA

Occupata Universit� Orientale Napoli a sostegno Palestina - RIPRODUZIONE RISERVATA
Occupata Universit� Orientale Napoli a sostegno Palestina - RIPRODUZIONE RISERVATA

 La sede dell'Università l'Orientale di Napoli è stata occupata da un gruppo di studenti che hanno esposto uno striscione a sostegno della Palestina "fino alla vittoria" c'è scritto sul drappo appeso al balcone centrale di Palazzo Giusso. Nelle scorse settimane altri studenti avevano esposto una bandiera palestinese sulla facciata dell'Ateneo ed in altri luoghi della città. In un lungo comunicato gli studenti annunciano una conferenza stampa che si terrà alle 11 nella sede dell'Ateneo per spiegare i motivi dell'occupazione. 
   

Dopo una serie di considerazioni generali sullo scenario della guerra, gli studenti vogliono "denunciare anche dai luoghi del sapere la complicità ed il silenzio delle nostre istituzioni e del governo. Il nostro è un atto che ha la finalità di riaprire il dibattito anche all'interno dell'università e far prendere posizione questa istituzione. Sappiamo che il nostro ateneo, come altri nel resto del paese, intrattengono rapporti di partnerariato e scambio di ricerche con le università israeliane e l'apparato militare-industriale italiano. Non vogliamo studiare in un'università che si rende complice di ciò che sta facendo un governo coloniale e criminale come quello israeliano ". "Pretendiamo - aggiungono - che l'università, nella figura del rettore Tottoli, si esponga pubblicamente a sostegno del popolo palestinese e per un cessate il fuoco immediato; che l'università riconosca pubblicamente il genocidio della popolazione palestinese di cui è responsabile il governo israeliano. E ancora, che l'università condanni pubblicamente le gravi violazioni dei diritti umani ed i crimini di guerra commessi dal governo di Israele: dall'uso del fosforo bianco, all'uccisione indiscriminata di civili, il bombardamento di scuole, ospedali e dei corridoi umanitari e l'assedio totale a cui è sottoposta in queste ore Gaza; che cessino gli accordi tra L'Orientale e le università israeliane, in quanto complici del regime di oppressione coloniale di insediamento e di apartheid, di gravi violazioni di diritti umani, compreso lo sviluppo di armamenti e di dottrine militari".

Il rettore dell'Università l'Orientale di Napoli, Roberto Tottoli, ha chiesto inutilmente agli occupanti di lasciare la sede dell'Ateneo dove stamattina un gruppo di studenti ha preso possesso di Palazzo Giusso ed esposto uno striscione a favore della Palestina. Tottoli ha avuto un contatto con i manifestanti attraverso lo spioncino del portone d'ingresso oltre il quale c'erano gli studenti che hanno collocato nel cortile una bandiera della Palestina. "Non potete occupare uno spazio pubblico", "non potete parlare a nome di tutti gli studenti", "se questa è la vostra concezione della democrazia, complimenti", alcuni dei passaggi del suo intervento. Successivamente davanti ai microfoni ha spiegato di aver "invitato gli studenti a lasciar riprendere le attività.

Tra l'altro oggi c'era una iniziativa di colleghi sullla Palestina, sulla situazione che è gravissima. L'Ateneo del resto è impegnato a far prevalere innanzitutto le ragioni della pace, a cercare di capire questa realtà molto complessa. Dispiace - aggiunge Tottoli - perchè questa attività viene interrotta con questa occupazione che trova l'unica ragione nella esposizione della bandiera dalla facciata di Palazzo Giusso". Il rettore aggiunge di aver detto agli studenti che "si poteva lasciare loro uno spazio" per esprimere le loro ragioni e così "far riprendere le attività. Come rappresentante di migliaia di studenti, dico che l'occupazione blocca in pieno le attività didattiche e anche un momento di riflessione sulla crisi internazionale".

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