Dall'antica Neapolis giunge
simbolicamente al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nel
giorno in cui il direttore Paolo Giulierini presenta il bilancio
del suo doppio mandato, la seconda parte dell'iscrizione in
greco che coronava il fregio del celebre tempio dei Dioscuri (I
sec. d.C.). Il prestito di lunga durata dalla Curia
arcivescovile di Nola (promosso dalla Soprintendenza
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana) si
congiungerà quindi all'iscrizione già in possesso del Mann
ricomponendo la prima parte dell'epigrafe che porta il nome di
Iulio Tarso. Giulierini ha ancora una volta sottolineato il suo
legame con il capoluogo campano: "La nuova sezione Neapolis
aprirà a fine 2024 e l'arrivo oggi dell'epigrafe sancisce il
nostro riferimento costante alla storia della città e la
necessità di interagire con il territorio". Il 14 novembre scade
la sua proroga a direttore di un museo promosso in prima fascia
dopo otto anni di successi. "Spero che sia un arrivederci" il
suo commento a una giornata che ha voluto nel segno di Napoli e
della sua storia archeologica. L'iscrizione è stata rinvenuta
nella Chiesa di Santa Maria del Plesco a Casamarciano nel
nolano, dove era stata murata all'interno di un altare nel
Settecento durante i lavori diretti da Domenico Antonio Vaccaro,
negli stessi anni era impegnato nel rifacimento della Chiesa di
San Paolo Maggiore di Napoli dove si trovavano le rovine del
tempio dei dioscuri. L'iscrizione era ben nota da trascrizioni
fatte da studiosi sin dal Quattrocento ma si conosceva un unico
frammento, quello del Mann rinvenuto nel 1901 nella certosa di
San Martino. Questo di Casamarciano reca parte del nome dei
dioscuri, venerati a Napoli sicuramente sin dalla fondazione
della colonia. Alla presentazione del bilancio di mandato hanno
partecipato Ludovico Solima (Università Vanvitelli/ curatore dei
volumi), Mario Cesarano (archeologo Sabap), Antonia Solpietro
(Resp. beni culturali diocesi di Nola), Clemente Primiano
(sindaco Casamarciano). Mostrate alla stampa anche le nuove sale
appena restaurate destinate alla collezione vascolare e alla
mostra del Tesoro della Legalità.
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