Qualcuno l'ha ribattezzata la
Pompei del Novecento: Apice Vecchia - a 12 chilometri da
Benevento - è il borgo fantasma per eccellenza. Decisivi, ai
fini del suo spopolamento, i due terremoti subiti. Il primo,
quello del 1962, portò al provvedimento di evacuazione cui solo
qualche coraggioso trasgredì. Ma fu il secondo sciame sismico,
quello del 1980, a dare la mazzata decisiva. Da allora Apice
Vecchia è un borgo fantasma di grande fascino con gli abitanti
trasferitisi ad Apice Nuova, costruita ex novo a qualche km di
distanza.
E' nel cuore di questo paese sospeso nel tempo che da 65 anni
Tommaso Conza, che di primavere ne ha 87, continua tutti i
giorni ad aprire la sua bottega di barbiere. Di abbandonare la
sua attività, il buon Tommaso non ne ha mai voluto sapere, ancor
meno adesso che - grazie ad alcuni progetti di valorizzazione
portati avanti dal Comune - il borgo sta tornando a vivere. "E
ciò - dice il sindaco Angelo Pepe - grazie anche al coraggio di
diversi imprenditori del settore turistico e alberghiero, della
ristorazione e del divertimento che stanno insediando le loro
attività attorno e all'interno dello sfarzoso Castello
dell'Ettore del XII secolo, interamente ristrutturato, da fine
novembre ancora più suggestivo con i suoi mercatini di Natale".
Con l'incremento del turismo oggi Tommaso Conza, oltre ad
essere uno storico punto di riferimento per il paese, fa anche
da guida turistica per i visitatori. E a chi gli dà del testardo
e gli chiede perché si ostini "a continuare a lavorare alla sua
età e in quel luogo", Tommaso risponde con semplicità: "Ditemi
voi se poter svolgere per 65 anni sempre lo stesso mestiere non
è una cosa bella... Cosa si può volere di più dalla vita?". La
sua barberia è alla stregua di un servizio pubblico, essendo
aperta anche la domenica "per quei contadini che non possono
durante la settimana" spiega.
Di qui l'invito del sindaco Angelo Pepe, che è anche cliente
affezionato dell'arzillo barbiere, ai giovani: "Tommaso è un
vero esempio di resilienza, ancora più significativa perché ha
deciso di vivere e lavorare in un'area interna del Mezzogiorno
affrontando non poche difficoltà ma felice di essere rimasto
nella propria terra d'origine".
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