Un monito affinchè, almeno la Chiesa, non accresca la proliferazione denunciata di B&B e case vacanza che stanno "snaturando" l'isola di Capri, arriva dall'Unione nazionale consumatori che ha scritto alla parrocchia Santo Stefano, in persona del nuovo parroco don Pasquale Irolla, affinchè il vasto patrimonio immobiliare di cui è proprietaria continui ad essere usato per ospitare le famiglie, specie quelle bisognose, e non i turisti. Un richiamo dovuto al fatto che la parrocchia avrebbe avviato "azioni di sfratto o rilascio a danno di cittadini capresi e di associazioni che operano nel sociale", è che l'obiettivo potrebbe essere quello di impiegare gli immobili "per attività diverse da quella abitativa", come "per fini ricettivi extralberghieri".
Secondo quanto si è appreso sarebbero una decina gli affittuari di abitazioni destinate ai meno abbienti, di proprietà della Chiesa, che hanno ricevuto procedure di sfratto ed inviti bonari al rilascio degli immobili, donati molti anni fa all'ente ecclesiastico proprio a favore di queste tipologie di isolani. Ne è nata una battaglia a colpi di carte bollate, con gli occupanti, tra cui anche enti di volontariato, beneficenza e associazioni disabili, che rivendicano il loro diritto a restare in quelle case proprio in virtù della volontà espressa dai proprietari che le donarono.
Al loro fianco si schiera ora l'Unione consuatori di Capri, che sta in particolare assistendo una giovane donna, separata e con figli minori, che ha ricevuto lo sfratto per finita locazione da un'immobile della chiesa, nonostante le sue difficoltà economiche e familiari. C'è poi il caso di alcune associazioni di volontariato, come la Cooperativa Luna, per la quale il Comune è riuscito a scongiurare lo sfratto: "l'amministrazione - sottolinea l'assessore alle Politiche sociali, Salvatore Ciuccio - è pronta ad intervenire nell'ambito delle sue competenze per trovare un punto di equilibrio tra le esigenze di chi vuol conseguire un reddito e di chi invece, cittadino caprese storico, non trova una dimora per se e la sua famiglia". Dal canto suo l'Unione consumatori di Capri chiede che la parrocchia rispetti le volontà dei benefattori, che donarono gli immobili "per destinarli a pubblica utilità o per garantire un alloggio a persone meno abbienti o a residenza gratuita per anziani", e di non impiegarli ad altri usi "incompatibili con la vostra missione di fede".
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