E' ritenuto un killer spietato
Gennaro Pacilio, 56 anni, a cui oggi i carabinieri hanno
notificato in carcere un arresto per l'omicidio del pusher
ribelle Antonio Natale, assassinato il 4 ottobre 2021 su ordine
del gruppo malavitoso del Parco Verde di Caivano (Napoli).
Secondo un collaboratore di giustizia, che lo conosce bene, era
uno che "per denaro ucciderebbe anche i suoi figli".
Oltre che a Pacilio, le accuse di omicidio e dei connessi
reati di detenzione e porto di arma da sparo aggravati dal
metodo mafioso sono state notificate dai carabinieri del Nucleo
Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna anche ad altri
due dei quattro componenti il commando: si tratta di Emanuele
D'Agostino, 26 anni e Bruno Avventurato, di 48 anni.
A sparare i tre colpi di pistola a Natale (i primi due lo
ferirono gravemente e l'ultimo alla testa lo uccise) fu proprio
Gennaro Pacilio. Anche D'Agostino cercò di sparare ma la sua
arma si inceppò.
Domenico Bervicato (ritenuto il mandante) era alla guida
dell'auto in cui venne l'omicidio. Poi ci sono i fratelli Bruno
e Giancarlo Avventurato, di 48 e 36 anni. A questo gruppo
malavitoso di Acerra, suo amico, si rivolse Bervicato mentre
Giancarlo, diventato collaboratore di giustizia, non avrebbe
preso parte alla fase esecutiva ma solo fornito un supporto.
Il mandante si disse pronto a pagare fino a 200mila euro per
uccidere Natale, che conosceva da una decina di anni, salvo poi
pagare circa 10mila euro al sicario, che pretese però un
anticipo. Domenico Bervicato, dopo l'omicidio, per costituirsi
un alibi, si recò la sera alla festa di Bruno Avventurato,
scatenandone l'ira.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA