Si chiama 'Lo spirito di Napoli' ed
è l'appello ad agire ("Call for action") rivolto ai Paesi membri
dell'Unesco "per una più efficace tutela del patrimonio" agendo
in particolare contro i cambiamenti climatici, che impattano
sulla conservazione dei siti, e contro il turismo di massa che
potrebbe far perdere l'identità dei territori. È questo il
documento programmatico conclusivo della Conferenza dell'agenzia
delle Nazioni Unite per la cultura che si è chiusa oggi a
Palazzo Reale a Napoli.
Nella 'carta' si fa appello a tutti gli Stati Unesco affinché
portino avanti "una visione prospettica" mettendo in atto
politiche e strategie pubbliche volte a salvaguardare il
patrimonio culturale, sia materiale che immateriale, e anche
naturale attraverso approcci olistici. "Dobbiamo ripensare
l'approccio alla protezione di ogni tipo di patrimonio culturale
- ha detto Audrey Azoulay, direttrice generale Unesco -
integrando la prospettiva e ponendo la società civile e le
popolazioni indigene al centro delle nostre azioni".
La carta chiede ai Paesi Unesco di "promuovere risposte
innovative" per rispondere alle sfide che i siti devono
affrontare e per garantire il benessere e il sostentamento
sostenibile delle comunità locali e delle popolazioni indigene
che vivono all'interno e intorno a luoghi che sono patrimonio
culturale. Una 'carta' che, ha sottolineato il ministro della
Cultura, Gennaro Sangiuliano, "è ricca di spunti operativi per
la tutela del patrimonio. Questa Conferenza è stata opportunità
di confronto, di scambio di esperienze in un momento segnato da
guerre e crisi internazionali dimostrando che la cultura è terra
di dialogo fra i popoli". Soddisfatto anche il ministro degli
Esteri Antonio Tajani, intervenuto alla sessione conclusiva:
"L'Italia è un gigante mondiale della cultura per il patrimonio
che conserva, le bellezze che ha, per la storia millenaria, ma
anche per tutto quello che sta facendo in giro per il mondo per
tutelare il patrimonio artistico".
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