Con una lettera indirizzata ai
parlamentari del Casertano, il vescovo di Caserta Pietro Lagnese
interviene sulla vertenza dei 230 lavoratori della sede
casertana di Softlab, azienda di informatica presente in tutta
Italia ma che solo a Caserta accusa gravi problemi produttivi,
tanto che circa 200 addetti sono in cassa integrazione a zero
ore e non percepiscono da luglio la quota di competenza
dell'azienda, mentre una trentina lavora ad alcune commesse ma
senza prendere il salario, sempre da luglio.
Oggi i sette parlamentari casertani si vedranno al Comune di
Caserta - prevista la presenza del sindaco Carlo Marino,
dell'assessore regionale Antonio Marchiello, del presidente di
Confindustria Caserta Beniamino Schiavone, e i segretari
casertani dei sindacati confederali - proprio per parlare di
Softlab, e così il vescovo ha voluto ricordare con un'accorata
missiva "il dramma dei 230 lavoratori Softlab", tutti "ex Jabil"
sottolinea l'alto prelato. "Il progetto di reindustrializzazione
che doveva garantire il lavoro a queste persone che avevano
lasciato la multinazionale americana non è mai decollato -
osserva Lagnese - e pochi di loro lavorano ad una commessa ma
lamentano il mancato pagamento degli stipendi; tutti gli altri
lamentano disfunzioni nel saldo delle competenze. Come Vescovo
non intendo sostituirmi alle istituzioni preposte ma nello
stesso tempo non posso non farmi uno con la vita, la storia, le
tristezze, le angoscie delle donne e degli uomini affidati alle
mie cure pastorali. Ritengo sia necessario un intervento
governativo. Mi è stato riferito - aggiunge il Vescovo - che i
lavoratori, attraverso le rappresentanze sindacali locali e
nazionali, unitamente alle istituzioni regionali e locali, hanno
richiesto l'apertura di un tavolo urgente con la presenza dei
ministri competenti, perché venga esaminata la loro posizione.
Chiedo a tutti voi di trovare strade percorribili per
allontanare lo spettro dei licenziamenti e di garantire il
pagamento degli stipendi dovuti. Mi appello - conclude il
Vescovo - alla vostra sensibilità istituzionale e al senso di
carità sociale perché nello spirito di quanto ci ricorda il
Santo Padre: 'il lavoro è unzione di dignità'! nulla resti
intentato".
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