Nella centrale del Garigliano (nel
comune di Sessa Aurunca, Caserta), ieri è stata aperta la parte
superiore del vessel, denominata "testa", il contenitore
d'acciaio nel quale durante l'esercizio dell'impianto avveniva
la reazione nucleare.
Con questa operazione, per la prima volta in Italia Sogin,
insieme alla controllata Nucleco iniziano l'"attacco al vessel",
l'attività di smantellamento più complessa dal punto di vista
ingegneristico e operativo nella dismissione di una centrale
nucleare.
L'operazione consente di entrare nella fase conclusiva del
decommissioning nucleare del sito campano. L'apertura del vessel
consentirà la fuoriuscita dell'acqua, che riempirà il canale
reattore, fino a sommergere completamente lo stesso vessel
posizionato al suo interno. Ciò permetterà di svolgere le
successive operazioni di smantellamento sotto battente d'acqua,
che è un elemento naturale che scherma le radiazioni e consente
ai tecnici di procedere in sicurezza.
Prima di "attaccare il vessel", è stato necessario svolgere
una serie di attività propedeutiche, fra cui il ripristino di
tutti i sistemi ausiliari dell'edificio reattore (impianto
elettrico, di ventilazione, di automazione e controllo) e del
circuito di allagamento del canale reattore.
L'intervento di ieri, per la sua rilevanza e complessità è
stato svolto sotto la supervisione dell'Isin, Ispettorato
nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione.
La prima fase del programma di smantellamento prevede la
rimozione delle attrezzature presenti nella parte superiore del
vessel entro il primo trimestre 2024. A seguire Sogin avvierà i
lavori di smantellamento del vessel e dei sistemi e componenti
dell'edificio reattore, denominati "internals".
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