Frutta e verdura prima gettata per
protesta e per alzare l'attenzione sulla crisi del comparto
agricolo, quindi regalata ai cittadini di passaggio in auto,
molti dei quali si sono mostrati contenti, accettando di buon
grado il dono. "Fate bene a protestare, è anche per il nostro
futuro" ha detto un automobilista, solo in pochi non l'hanno
voluto. È la forma di protesta attuata dagli agricoltori in
presidio da sabato 3 febbraio all'esterno del casello
autostradale dell'A1 di Santa Maria Capua Vetere. Gianni
Fabbris, presidente dell'associazione Altragricoltura, leader
della protesta, afferma che "questo Paese ha venduto la sua
anima alla speculazione, alla grande distribuzione, che
determina prezzi e condizioni che risultano insopportabili per
gli agricoltori".
"Vogliamo un made in Italy in cui ci siano dentro prodotti
davvero italiani e frutto del nostro duro lavoro. Sono
necessarie regole chiare e trasparenti per i controlli sulla
filiera. Basta la favoletta che qui va tutto bene - spiega - Il
Governo dia risposte ma si ricordi che non è solo questione di
soldi, ma di dove questi soldi vanno, anche perché i fondi
comunitari dei Pac hanno finanziato la speculazione industriale.
Noi non ci fermeremo, i presidi si stanno coordinando, ma non
facciamo ammuina né chiediamo le dimissioni del Governo; apriamo
tavoli di confronto su crisi e sulla riforma che deve fondere la
'sovranità alimentare' e gli interessi comuni di agricoltori e
cittadini".
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