"Curiamo il patrimonio naturale,
l'ambiente ed il paesaggio raccontandolo". È stato questo il
leit motiv della due giorni che ha visto esperti a confronto nel
workshop del FAI con l'iniziativa dell'Associazione l'Oro di
Capri che è nata con lo scopo di tutelare il paesaggio
raccogliendo le adesioni degli oligisti anacapresi che in pochi
anni sono riusciti a far diventare Anacapri Città dell'Olio.
Il progetto work in progress, che vede all'opera appassionati
amanti della natura e del paesaggio è stato presentato al FAI
dal coordinatore dell'associazione di olivicoltori di Anacapri,
Carlo Alessandro Lelj Garolla, che ha parlato del case study
dell'Associazione L'Oro di Capri ed ha ha illustrato il lavoro
capillare fatto sui terreni a macchia di Anacapri per recuperare
centinaia di oliveti. Ha illustrato come è stato costruito ad
hoc il progetto di valorizzazione cercando di far convivere la
macchia mediterranea con gli alberi di ulivo nella fascia
olivetata della costa sud ovest dell'isola di Capri compresa tra
la Grotta Azzurra e il Faro.
Nell'ambito della presentazione del progetto legato al
mantenimento della natura e valorizzazione del paesaggio Lelj
Garolla ha spiegato: "Inizialmente si è usato l'olio come premio
per la produzione, perché serviva qualcosa di tangibile alla
comunità per la quale mettersi al lavoro, poi si è iniziato a
lavorare con i bambini e con le scuole, organizzando le merende
negli uliveti una iniziativa importante quali le feste in
campagna, nel verde, il più delle volte con pane e olio dove
l'ingrediente di base era la salubrità della merenda che ha
portato ad educare ad un prodotto di qualità come il nostro olio
e promuovendo ai bambini concorsi a premio attraverso disegni o
testi scritti".
Al termine della presentazione del progetto Pier Luigi Della
Femmina Presidente dell'Associazione Oro di Capri ha comunicato
un'importante scoperta e cioè quella: " dopo aver interpellato
il CNR di Perugia, siamo arrivati alla certificazione che alcuni
esemplari di alberi di ulivo sono i più antichi della Campania
addirittura millenari, scoprendo tra l'altro che i progenitori
di questi nostri alberi si trovavano a Creta".
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