Nei suoi murales ci sono personaggi
celebri, da Lucio Dalla a Diego Armando Maradona a Fabrizio De
Andrè, ma anche chiare prese di posizione politiche, spesso
controcorrente. Jorit, al secolo Ciro Cerullo, ha 33 anni ed è
nato a Quarto, in provincia di Napoli. A chi lo aveva definito
filorusso dopo le sue prese di posizione contro l'Ucraina, sulla
questione del Donbass, aveva replicato: "Sono un artista libero
e ho il dovere di far vedere l'altro lato della medaglia".
Putin, che ieri lo ha incontrato, si era già complimentato con
lui a distanza per un murale di Dostoevskij realizzato a Napoli.
Dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti, Jorit inizia
ad essere conosciuto dal 2011 quando le sue opere sono esposte
nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il grande pubblico
lo scopre, nel capoluogo campano, soprattutto per i maxi
ritratti di personaggi osannati dai tifosi, come Maradona e
Marek Hamsik, dipinti su facciate di edifici comunali o popolari
con l'intento di riqualificare esteticamente aree periferiche e
non solo. Nel luglio 2023 balza agli onori delle cronache, anche
internazionali, per un murales dipinto su una facciata di un
palazzo distrutto a Mariupol, città ucraina assediata dalla
Federazione Russa circa un anno prima e ancora sotto controllo
russo nel luglio 2023. Il murales raffigura una bambina con i
colori della bandiera della Repubblica Popolare di Donetsk negli
occhi alle cui spalle piovono missili con la scritta 'Nato'.
Un lavoro che, insieme ad alcune prese di posizione, lo fa
definire 'filorusso'. Lui replica: "Io sono un artista libero e
ho il dovere di far vedere l'altro lato della medaglia e creare
dibattito". Ancora: "È tutto l'esatto opposto di quello che ci
raccontano in tv. La resistenza che avremmo dovuto appoggiare è
quella del popolo del Donbass che lotta da 8 anni per
liberarsi da un regime, quello di Kiev che di democratico oramai
non aveva più niente. Questo è soltanto uno sporco gioco fatto
per interessi economici".
L'anno prima Jorit era stato citato addirittura da Putin che
elogiò il murales dedicato a Dostoevskij e realizzato sulla
facciata di una scuola di Fuorigrotta, a Napoli.
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