"Il pentimento di Francesco
Schiavone è sicuramente un po' tardivo ma è comunque importante,
perché vuol dire che anche queste persone hanno una coscienza".
Così, all'Ansa, Marisa Diana, sorella di don Peppe, il sacerdote
ucciso dal clan dei Casalesi il 19 marzo del 1994, di cui
quest'anno è ricorso il trentennale con numerosi eventi e
manifestazioni organizzate fino alla scorsa settimana, commenta
la decisione del capoclan dei Casalesi, noto come Sandokan, di
collaborare con la giustizia. "Anche loro, come noi, hanno
figli, fratelli e nipoti che vivono nelle nostre terre, e che
pagano per i loro errori e per i danni fatti alle persone e al
territorio".
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