Un detenuto italiano 40enne ha tentato di togliersi la vita al terzo piano del padiglione Milano del carcere napoletano di Poggioreale: l'uomo, affetto da forte depressione, per questo motivo era sotto stretta osservazione. Per suicidarsi si è procurato un cappio con le lenzuola poi legate alle inferriate della finestra e solo il tempestivo intervento del poliziotto penitenziario di turno ha scongiurato il peggio. Adesso è sottoposto alla cosiddetta "grande sorveglianza".
A riferire l'episodio è il segretario regionale Con.si.pe Campania Luigi Castaldo per il quale "l'importanza della presenza fisica del personale di Polizia Penitenziaria è fondamentale sebbene l'atavica carenza di organico stia ormai mettendo a rischio la sicurezza".
E, infatti, nel carcere di Poggioreale mancano oltre 200 poliziotti penitenziari e questo, ricorda Castaldo "non solo mette in discussione la sicurezza di tutti ma soprattutto obbliga il poco personale a carichi di lavoro eccessivi".
Secondo Il Con.si.pe è improrogabile la necessità di avere "una presenza costante in prima linea di figure professionali specializzate al trattamento dei reclusi come educatori, psicologi e psichiatri, assistenti sociali: creerebbe più vita in carcere laddove oggi si vive uno stato di abbandono pomeridiano e nei fine settimana".
Per Castaldo, in sostanza, il poliziotto penitenziario "deve fare il poliziotto, invece oggi troppi sono gli incarichi previsti che mettono in discussione il mandato istituzionale, specie con le attuali carenze organiche".
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