Professori universitari,
ricercatori, esponenti delle associazioni ambientaliste e del
mondo culturale, mitilicoltori, balneari e storici circoli
nautici, cittadini comuni: cresce la mobilitazione contro il
rischio di distruzione dell'ultimo polmone biologico del mare di
Napoli. Una vera e propria 'onda blu' ha partecipato all'avviso
pubblico della Direzione Valutazioni Ambientali del Ministero
dell'ambiente e della sicurezza energetica per raccogliere
pareri ed osservazioni sul Progetto contenuto nel Programma di
Risanamento Ambientale e di rigenerazione Urbana di Bagnoli che
prevede la realizzazione di un secondo scolmatoio fognario
(all'interno della Zona Speciale 'Fondali marini di Gaiola e
Nisida' della Rete Natura 2000) e l'incremento degli scarichi
sui fondali marini della zona. L'area è quella di maggiore
pregio biologico, archeologico e paesaggistico dell'intera
fascia costiera di Napoli, e proprio per tale motivo ha visto
nel 2002 l'istituzione dell'A.M.P. Parco Sommerso di Gaiola. Gli
studi condotti dal Parco in questi anni, assieme ad Università
ed Enti di ricerca, hanno messo in evidenza come nello specchio
di tra l'Isola di Nisida e la Gaiola vi siano concentrati i tre
più importanti ed ormai unici banchi di Coralligeno della costa
cittadina e non solo che rappresenta, assieme alla Posidonia
oceanica, un habitat fondamentale per la biodiversità del
Mediterraneo. In campo il Prof Giovanni Fulvio Russo, ordinario
di ecologia marina all'Università Parthenope di Napoli e già
Presidente della Società Italiana di Biologia Marina: "
Relazione tecnica di Parere Negativo presentata dal Parco
rappresenti è un'esamina più che completa delle motivazioni che
dovrebbero indurre il decisore ad un radicale ripensamento delle
opere partendo dalla delocalizzazione immediata degli scarichi
già esistenti". Per i Ricercatori della Stazione Zoologica di
Napoli: "L'Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola sta
svolgendo un'opera straordinaria nel valorizzare e riqualificare
un piccolo tratto di costa della città di Napoli. Siamo
assolutamente contrari alla realizzazione di opere che vanno in
una direzione del tutto contraria. Ciò che andrebbe fatto
sarebbe rimuovere gli scarichi esistenti e non prevederne di
nuovi"- E poi l'Istituto Gestione Fauna, l'Associazione
professionale delle Scienze Ambientali la rete dei siti
ExtraMANN , il Coordinamento Tutela Mare."È nostro dovere
istituzionale non ripetere gli errori del passato e cogliere
l'opportunità di ripensare e riprogettare integralmente il
sistema fognario dell'area occidentale di Napoli, secondo i
principi del ciclo integrato delle acque, del Green Deal europeo
che prende le mosse dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite,
tenendo conto anche della Nature Restoration Law approvata
dall'Ue e non in ultimo della nostra Costituzione", dice Rosalba
Giugni, la Presidente di Marevivo e portavoce delle 16
associazioni che hanno dato il via già diversi mesi fa a questa
mobilitazione in difesa del Parco sommerso di Gaiola e della ZSC
Europea. La petizione online ha già raggiunto quasi 6.000
firme: "Da oltre 20 anni Napoli aspetta che si ponga rimedio a
grossolani errori del passato che immisero in uno dei tratti di
mare più preziosi del mondo, gli scarichi di bypass
dell'impianto di trattamento fisico delle acque reflue di
Coroglio. Perseverare oggi a distanza di 23 nel solco di quegli
errori sarebbe davvero imperdonabile. Rispetto al passato
tantissima gente di questa città, e non solo, oggi è pronta a
difendere quest'ultimo scrigno di biodiversità e storia"
Dichiara Maurizio Simeone, Direttore dell'Area Marina Protetta
che da oltre 20 anni si batte per la chiusura dello scarico di
troppopieno di Coroglio.
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