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Frode e appropriazione indebita fondi Ue, sequestro a Napoli

Frode e appropriazione indebita fondi Ue, sequestro a Napoli

Sigilli a beni per 1,3 milioni di euro, anche a Stintino e Roma

NAPOLI, 11 luglio 2024, 18:10

Redazione ANSA

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Figurano anche proprietà immobiliari a Stintino, in Sardegna, e a Roma, oltre che una motocicletta Harley-Davidson e due auto, tra i beni, per complessivi 1,3 milioni di euro, sequestrati dalla Guardia di Finanza (primo gruppo - secondo Nucleo metropolitano Napoli) su richiesta della Procura europea (Eppo) di Napoli. Il decreto notificato dalle fiamme gialle partenopee riguarda quattro società e i loro rispettivi legali rappresentanti sospettati di frode, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro.
    Secondo quanto emerso dalle indagini, una società napoletana, apparentemente operante nel campo della consulenza amministrativa, ha presentato, nel 2022 e con successo, una domanda per l'erogazione di due progetti finanziati con i fondi dell'Unione Europea.
    Si tratta di iniziative che prevedevano un prestito per "lo sviluppo del commercio elettronico per le Pmi nei paesi esteri" di 300 mila euro (di cui sono stati poi erogati 150 mila euro) e di una sovvenzione da 1,3 milioni di euro per le Pmi (piccole e medie imprese) finanziata dal Recovery and Resilience Facility, quasi interamente erogata.
    Sulla base delle prove acquisite dagli investigatori, per garantirsi l'accesso al prestito di 300 mila euro, la società (priva di sedi operative, dipendenti e contratti di utilità) ha presentato falsi bilanci nel 2019 e 2020. Per la sovvenzione di 1,3 milioni di euro, la stessa società, grazie all'assistenza di un revisore dei conti, ha presentato dati fittizi con lo scopo di simulare operazioni estere, prerequisito per il finanziamento. Dopo l'accredito dei fondi, inoltre, la società ha trasferito l'intero importo ad altre tre società italiane aventi conti correnti bancari in Belgio, Bulgaria, Lituania e Regno Unito. Gli inquirenti ritengono che i legali rappresentanti delle società beneficiarie fossero a conoscenza della provenienza illecita dei fondi e che intendessero ostacolarne la loro tracciabilità vista l'assenza di rapporti commerciali tra chi ha trasferito il denaro e chi l'ha incassato.
   

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