Il Tar del Lazio ha accolto il
ricorso di risarcimento del danno morale, esistenziale,
biologico, e patrimoniale presentato contro il ministero della
Difesa dai familiari del sottoufficiale Ciro Centofanti,
originario di Napoli, riconosciuto vittima del dovere e deceduto
nel 2020 a 78 anni, dopo alcuni anni di malattia. Lo rende noto
un comunicato. Alla famiglia, assistita dall'avvocato Ezio
Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto (Ona),
verrà liquidato un risarcimento di 308mila euro.
Il militare ha prestato servizio nella Marina Militare dal
1960 al 1979, circa 20 anni, in qualità di "elettricista di
bordo nelle navi, tra le quali, Alcione, Pioppo, Trifoglio,
Olmo, Doria, Ontano, Tenace, Visintin e altre, in un periodo in
cui l'amianto veniva utilizzato senza alcuna restrizione come si
legge nel decreto di riconoscimento dello status di vittima del
dovere. "Ciro ha respirato fibre di amianto per 24 ore al giorno
- sostiene l'Ona - perché la fibra killer era in tutte le
coibentazioni, anche negli alloggiamenti, nei corridoi e perfino
nei servizi igienici. Erano presenti anche nei locali motori e
nei rivestimenti delle condotte di scarico e, nonostante fosse
ben nota da tempo la sua pericolosità il militare era privo di
strumenti di protezione individuale".
"Questa sentenza è molto importante perché riconosce il
diritto del militare al risarcimento del danno che si aggiunge
al riconoscimento dello status di vittima del dovere e alle
prestazioni previdenziali, già erogate al militare in vita e ora
in godimento ai familiari superstiti. Confidiamo di ottenere
anche la condanna per i danni da lutto e perdita del rapporto
parentale nella causa già promossa innanzi il Tribunale Civile
di Roma - dichiara Bonanni - continueremo a lottare per la
giustizia e la tutela dei diritti di tutte le persone colpite da
questa malattia devastante".
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