Il crollo alla Vela di Scampia
simbolo di un crollo morale da arginare e prevenire in tutte le
periferie del Sud. È il messaggio che l'arcivescovo di Napoli,
Domenico Battaglia, affida all' omelia pronunciata nel corso
delle esequie delle tre vittime del crollo della Vela Celeste di
Scampia in corso a Napoli alla presenza di alcune centinaia di
persone in piazza Giovanni Paolo II.
"Gli abitanti di Scampia - ha esordito don Mimmo - che per
già molto tempo hanno subito etichette mediatiche frettolose e
generalizzanti, che hanno tanto lottato per scrollarsi di dosso
un'opinione pubblica che legge le situazioni con una
superficialità spesso più attratta dalla decadenza del male che
dai tanti segni primaverili di riscatto, oggi si ritrovano qui,
insieme all'intera città, per piangere Roberto, Patrizia,
Margherita e per pregare per la guarigione di Carmela, Martina,
Giuseppe, Luisa, Patrizia, Mya, Anna, Greta, Morena Suamy e
Annunziata, vittime di un crollo che va ben oltre le macerie di
cemento e ferro, assurgendo a simbolo di un crollo sociale che
deve essere arginato, prevenuto, evitato, non solo qui ma in
tutte le periferie della nostra città, del nostro Sud, della
nostra Italia!"
"Periferie -l 'auspicio dell'arcivescovo - che possono
rinascere, che possono diventare simbolo di una resurrezione
possibile, come ci insegna proprio la nostra Scampia che, al di
là di certe narrazioni parziali e stereotipate, ha saputo sempre
rialzarsi, diventando un esempio di autentica resilienza e
riscatto, grazie all'onestà e all'impegno di tanti suoi figli e
figlie, Chiesa, società civile e istituzioni che, quando si
alleano per il bene comune, possono compiere veri e propri
miracoli"
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