"Un detenuto napoletano 50enne di
media sicurezza che più volte ha provato a farla finita ed in
più occasioni salvato, questa volta nel silenzio assordante di
questo pomeriggio, colpito probabilmente da una solitudine
infernale, con le classifiche modalità che la maggior parte dei
reclusi utilizzano, lenzuola legate alle inferriate, è riuscito
a farla finita, a nulla sono serviti i tentativi di rianimarlo
dal personale intervenuto sul posto". A rendere noto, in un
comunicato, il suicidio in cella avvenuto nel carcere di
Benevento, è il sindacato Con.Si.Pe che aggiunge: "Siamo a quasi
70 dall'inizio dell'anno".
Per il segretario regionale Campania Con.Si.Pe. Tommaso De Lia
"ogni qualvolta subiamo un evento critico del genere,
rappresentiamo il fallimento di un sistema penitenziario e
l'operato invano di tanti poliziotti penitenziari che nonostante
le ataviche criticità organizzative cercano di salvare il
salvabile, ma oggi non si è potuto evitare la disgrazia".
Per De Lia, oggi purtroppo "garantire sicurezza per tutti col
poco personale di Polizia Penitenziaria disponibile è pura
utopia, servono risorse umani e strumentali a far fronte a
questo scempio".
Per il delegato nazionale dirigenti Polizia Penitenziaria
Con.Si.Pe. Vincenzo Santoriello "l'attuale sistema penitenziario
è fallimentare e genera tanta violenza e suicidi, il Governo
deve investire su una nuova organizzazione dei penitenziari
disponibili che sia più settorizzata alla specificità e
tipologia dei reclusi, molti andrebbero maggiormente
attenzionati e ciò richiede più personale sia specializzato che
di Polizia Penitenziaria, mancano psichiatrici, psicologi,
poliziotti penitenziari, medici ed infermieri, c'è un'alta
percezione di abbandono che genera un contesto destabilizzato,
violento che spesso dimostra il suo fallimento come oggi".
"I suicidi, le aggressioni e quanto sta avvenendo nei
penitenziari italiani, - conclude il vicepresidente Luigi
Castaldo - deve indurci a serie riflessioni tali da
concretizzarsi in provvedimenti risolutivi ad un sistema
penitenziario imploso, al collasso, che urge una terapia
appropriata vista la complessità. Da tempo suggeriamo
provvedimenti sulla gestione dei casi psichiatrici, sugli
extracomunitari ed altro e pertanto il 12 settembre saremo a
gridare questo allarme sociale davanti ai Prap di diverse
regioni, affinché sia ridata dignità e decoro al Corpo di
Polizia Penitenziaria con una nuova organizzazione del sistema
penitenziario".
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