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Gino Ambrosio, "la mia vita è un viaggio tra i vulcani"

Gino Ambrosio, "la mia vita è un viaggio tra i vulcani"

Quasi 200 tappe e una passione nata nell'adolescenza

NAPOLI, 03 settembre 2024, 15:31

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nel cuore la passione per i vulcani. A sessanta anni ne ha scalati quasi duecento, tra famosi e sconosciuti ai più, in ogni parte del mondo. Da solo, in condizioni climatiche difficili, tra strade tortuose e sentieri impervi. A fargli da compagnia uno zaino con una mini moka modificata, tenda e macchina fotografica per cogliere gli scatti di fiumi di lava, di albe e aurore. Lui è Gino Ambrosio, impiegato delle Poste, porticese doc che vive sul Vesuvio a Ercolano (Napoli), per diversi mesi all'anno si dedica alla sua passione: i vulcani, il trekking, le immersioni subacquee. Nel 2018 con una mostra fotografica in 100 clic, allestita alla Reggia borbonica di Portici, ha raccontato paesaggi, nature e uomini incontrati nei suoi viaggi: dall'Erta Ale conosciuto come la porta dell'inferno, in Etiopia, al Monte Fuji del Giappone. E ancora, dalla 'perla di Java' in Indonesia all'Etna. Una passione nata nell'adolescenza quando il padre gli faceva leggere i classici di Emilio Salgari e Jules Verne "Credo che la lettura del Viaggio al centro della terra, durante l'adolescenza, mi abbia un po' 'traumatizzato' invogliandomi all'avventura". Ma, nel suo caso, non è stata alcuna vecchia pergamena a fornirgli indicazioni utili a raggiungere il centro della Terra attraverso un vulcano islandese, come racconta la penna di Verne. No, Gino si è allenato ed è partito, zaino in spalla, dai percorsi più semplici a quelli irti di ostacoli spesso rischiando la vita. "Crescendo mi è piaciuto viaggiare, ho iniziato mettendo pesi di 55 chili sul corpo, allenandomi a lunghe passeggiate sul Vesuvio per poi affrontare l'avventura" spiega "Ho visitato il Kilimangiaro, il Fuji in Giappone, il Cotopaxi in Ecuador, i vulcani nelle Hawaii e Nuova Zelanda mentre all'Everest ero al campo base senza salire in vetta. E ancora, il Cile, la Patagonia, la Terra del Fuoco, i vulcani della Kamchatka in Russia. Ho visto l'Etna eruttare lingue di fuoco a pochi metri di distanza. Se mi fai l'esame del sangue nel mio dna ci sono lava e pomodorini del Vesuvio" dice scherzando. L' esperienza più significativa la racconta tutta d'un fiato.
    Nel 2006 sul Merapi, uno dei più attivi e pericolosi al mondo, nell'isola di Giava in Indonesia. "Avendo saputo che lo stavano evacuando, passai per Giava e lì, saltando posti di blocco, riuscii a salire arrivando in un luogo con scarsa visibilità con nuvole, tutto bianco. Appena piantata la tenda, mi sono girato e ho visto color arancio misto a bianco: era l'eruzione che si attendeva da un mese". Lui decise di rimanere lì tutta la notte con la luna piena dietro al vulcano per poi salire più su, con la luce del mattino, a scattare foto "Ma fui sorpreso da colate piroclastiche di cui hanno dato conto i media: sono sceso di corsa rifugiandomi in una casetta con bagni per turisti dove ho trascorso un'altra notte. Non contento, sempre in maniera abusiva, sono andato alle spalle del vulcano per vedere la discesa di lava e infine sono riuscito a salire più su. I militari mi hanno fermato ma, parlando con uno di essi più anziano che era anche vulcanologo, ho ottenuto di poter sostare altre due notti nella foresta con loro per poi partire alla volta di Yogyakarta, a 25 chilometri di distanza". Lasciata la città, due giorni dopo in quella zona di Giava si verificava un terremoto con migliaia di morti. "La notizia l'ho appresa dopo dieci giorni perché, nel frattempo, avevo fatto trekking tra i vulcani attraversando l'isola di Giava per poi prendere l'aereo per Sulawesi. E lì ho saputo del sisma. I miei mi avevano dato per disperso".
    Dall'Indonesia alle terre gelide dell'Islanda, tra i geyser e i paesaggi colorati "a fare trekking". Così come in Alaska e Canada. E poi alle Canarie presso l'isola di La Palma, "dove fui testimone dell'eruzione del Cumbre Vieja e, nonostante fossi stato fermato dalla Polizia, vidi lingue di fuoco davanti agli occhi".
    Gino ha fatto immersioni da sub anche a Cipro 'visitando' un museo sottomarino. A chi vuole mettersi sulle tue orme cosa consigli? "Innanzitutto, stretching, esercizi per sviluppare addominali e corsi di allenamento". Un desiderio? "Visitare i vulcani dei Caraibi. Anche se è più caro il biglietto aereo rispetto alla permanenza". Un sogno che, spera, si avvererà.
    (ANSA)

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