"Il rischio vulcanico è completamente diverso dal rischio bradisismico, anche se ha ovviamente degli elementi di sovrapposizione. La partecipazione della cittadina a questa esercitazione è importante perché lo scopo principale è testare il meccanismo di risposta del sistema di Protezione civile". Lo ha detto il capo Dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, a margine di un incontro con i cittadini di Pozzuoli che si è tenuto a Monteruscello, nella sede della Protezione civile in vista dell'esercitazione prevista per l'11 e il 12 ottobre sul rischio vulcanico ai Campi Flegrei, che coinvolge tutta la zona rossa.
Ciciliano ha sottolineato che "per i cittadini non è obbligatoria la presenza, però è fortemente consigliata perché ci dà la possibilità di valutare nella migliore maniera possibile quello che potrebbe essere il sistema di risposta della Protezione Civile, quindi aspettiamo che ci siano molte adesioni".
L'esercitazione vulcanica dell'11 e 12 ottobre sui Campi Flegrei coinvolgerà anche le zone rosse del Comune di Napoli, in cui attualmente si avverte uno scarso interesse dei cittadini. È questa la ragione per cui, in particolare ai cittadini dei quartieri di Bagnoli, Fuorigrotta, Soccavo e Posillipo, Ciciliano manda un messaggio netto: "sappiamo che i napoletani tendono un po' a stare staccati da questa paura, perché si sentono come abbastanza lontani, ma non è così perché la zona rossa prende una fetta di Napoli. Faccio un esempio abbastanza semplice: se si facesse l'esercitazione per rischio Vesuvio la partecipazione dei cittadini sarebbe più forte, perché il Vesuvio si vede, è immediatamente percepibile. Ma i napoletani devono sapere che esiste una serie di vulcani sotterranei ai Campi Flegrei: esiste, c'è, anche se dal punto visivo si percepisce molto di meno. Serve quindi una grande attività di prevenzione". Ciciliano alla domanda se oggi sia da temere il vulcano sotterraneo dei Campi Flegrei ha risposto: "Temere è una parola che significa tanto e può significare poco. La cosa importante è che si sia chiari con la cittadinanza: sono terre tra le più controllate al mondo, con la comunità scientifica internazionale che collabora con quella nazionale. Non vogliamo allarmare la popolazione, ma si deve capire che potenzialmente ci si trova in un territorio che può portare a situazioni di grandissimo disagio, se non di morte e distruzione. Il fatto che la comunità scientifica studia questo fenomeno ogni giorno, ci fa stare moderatamente sereni".
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