"Negli ultimi 5 anni ci sono state 350 indagini per reati ambientali divisi per le 26 procure distrettuali italiane, non sono tantissime lo sappiamo.
E le
Procure che lavorano di più sono Milano e Brescia, perché è
ormai al Nord che finiscono i rifiuti provenienti dal
Mezzogiorno, e non viceversa come avveniva anni fa; e ciò anche
perché oggi è l'ndrangheta, molto presente in Lombardia, a
controllare questi traffici".
Così il sostituto procuratore della Direzione Nazionale
Antimafia Antonello Ardituro al Forum dei rifiuti organizzato
dal Consorzio Polieco e in corso di svolgimento a Napoli.
Ardituro ha spiegato che "altre Procure impegnate in queste
indagini sono Napoli, Bari, Reggio Calabria e Roma", e che "la
Campania continua ad essere un territorio centrale nell'ambito
delle indagini sul traffico organizzato dei rifiuti, ma con
cambiamenti sostanziali rispetto al passato", visto che,
ribadice Ardituro, "la Campania è una produttrice di rifiuti
illeciti verso le rotte del Nord e verso le rotte dell'Est,
quindi, come detto verso la Lombardia ma anche la Puglia; e il
porto di Bari è ormai il luogo di arrivo e transito dei traffico
illeciti.
In ogni caso i rifiuti - aggiounge Ardituro -
continuano a rappresentare un grande affare dal punto di vista
economico che naturalmente non ha i confini soltanto nazionali,
ma che guarda all'estero, perché le rotte finali sono poi i
paesi asiatici e africani. Su questo c'è da migliorare anche
l'attività investigativa, da un lato aumentando la dotazione
tecnnologica di forze dell'ordine e altre autorità, come quelle
doganali, e poi implementando la cooperazione fra gli uffici
giudiziari italiani ma anche con le autorità straniere. Abbiamo
l'esperienza delle indagini antidroga, con cui cooperiamo bene
da anni con autorità sudamericane. Possiamo e dobbiamo farlo -
conclude Ardituro rivolgendosi anche al Viceministro della
Giustizia Francesco Paolo Sisto - anche per il traffico di
rifiuti".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA