Figurano anche un lingotto d'oro e
un Rolex tra i beni che i militari del Nucleo di Polizia
Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, in
collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione
Criminalità Organizzata hanno sequestrato all'imprenditore
Massimiliano Di Caprio, all'epoca dei fatti ex titolare di fatto
della nota pizzeria "Dal Presidente" di Napoli.
Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal G.I.P.
del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia, e riguarda beni mobili e immobili, quote
societarie, compendi aziendali e disponibilità finanziarie per
un importo complessivo di oltre 3,5 milioni di euro.
Il 14 maggio 2024 il destinatario del provvedimento,
unitamente ad altre quattro persone, era stato sottoposto ad una
ordinanza applicativa di misure cautelari personali in quanto
gravemente indiziato dei reati di trasferimento fraudolento di
valori e auto-riciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dalla
finalità agevolativa dell'organizzazione camorristica denominata
"clan Contini".
Vennero sottoposti a sequestro (e contestualmente affidati ad
un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale) una nota
impresa di ristorazione operante nel centro storico di Napoli,
un'impresa di panificazione, un'agenzia viaggi e sette immobili
che erano stati fittiziamente intestati a terzi anche per
agevolare il raggiungimento delle finalità illecite del
sodalizio e per il sostentamento dei detenuti e delle rispettive
famiglie.
Gli accertamenti economico-patrimoniali successivamente
eseguiti nei confronti di uno degli indagati (tuttora ristretto
in carcere) e dei componenti il suo nucleo familiare hanno
evidenziato una palese sproporzione, nel periodo 2000-2023, tra
i redditi dichiarati e le relative possidenze mobiliari e
immobiliari. Su queste basi è stato ora disposto il sequestro
"per sproporzione" sia dei beni già vincolati, sia di ulteriori
beni (due immobili, un orologio di marca Rolex, un lingotto
d'oro e somme di denaro contante per 373.860,00 euro rinvenute
in sede di perquisizione), della cui lecita provenienza
l'indagato non ha fornito alcuna giustificazione.
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