"Il Comune di Napoli non poteva in
alcun modo costituirsi parte civile, emerge in modo chiaro una
situazione di potenziale responsabilità diretta dell'ente
comunale stesso" in quanto "la Galleria Umberto è un monumento
di rilevanza storica e culturale". A sostenerlo, davanti alla
Corte di Appello di Napoli, è stato oggi l'avvocato Sergio
Pisani, legale dei genitori di Salvatore Giordano, lo studente
di 14 anni che dieci anni fa venne ferito a morte da un pesante
frammento di un fregio staccatosi dalla facciata del famoso
monumento napoletano di inizi '900.
Per l'avvocato Pisani, infatti, anche l'amministrazione
comunale dell'epoca sarebbe responsabile di quella tragedia
preceduta da altri eventi simili che per fortuna non provocarono
vittime.
Salvatore è stato gravemente ferito il 5 luglio 2014, mentre
camminava lungo via Toledo in compagnia dei suoi amici: morì il
9 luglio, dopo quattro giorni di agonia, in un reparto del
Loreto Mare, l'ospedale in cui fu subito ricoverato.
Ma, ha sottolineato Pisani durante la sua discussione, "ben
sette episodi simili si sono verificati nell'indifferenza
generale: il 22 e 24 gennaio, il 12 febbraio, il 24 marzo, il 27
aprile, e il 12 e 31 maggio".
"Tutti - ha detto ancora Pisani - si chiederanno guardando la
targa di Salvatore in galleria come sia morto, e tutti devono
sapere che la responsabilità fu anche del Comune di Napoli".
Insieme con l'avvocato Pisani nel corso dell'udienza di oggi
ha discusso anche l'avvocato del Comune di Napoli. In aula si
tornerà il 16 dicembre e il 13 gennaio per la discussione degli
avvocati degli imputati.
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