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Colite ulcerosa, in Campania ne soffrono circa 8mila pazienti

Colite ulcerosa, in Campania ne soffrono circa 8mila pazienti

Via libera dell'Aifa a nuove cure più efficaci

NAPOLI, 16 ottobre 2024, 16:00

Redazione ANSA

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I dati sono sottostimati, perché non esiste un registro di patologia, ma sono almeno 15mila le persone che in Campania convivono con una malattia infiammatoria cronica intestinale di cui la maggior parte affette da colite ulcerosa (circa 8 mila). Parliamo di una patologia infiammatoria cronica che in Italia colpisce circa 150.000 persone con oltre 4000 nuove diagnosi all'anno, prevalentemente in persone giovani. Parliamo di una patologia che ha un forte impatto sulla qualità di vita di chi ne soffre. "Si calcola che in Campania i casi di Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali siano poco al di sotto dei 15.000, con una prevalenza di colite ulcerosa rispetto a malattia di Crohn; il 25% delle diagnosi di colite ulcerosa avviene in età pediatrica e interessa quindi i ragazzi in età adolescenziale - afferma Fabiana Castiglione, docente Associato di Gastroenterologia e Direttore UOSD Terapie Avanzate delle MICI presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia AOU "Federico II" di Napoli - dati verosimilmente sottostimati, a causa della mancanza di un registro di patologia".
    Le nuove opportunità di cura provengono dal via libera dell'Aifa, (Agenzia Italiana del Farmaco) che ha approvato la rimborsabilità del primo antagonista dell'interleuchina-23p19 (IL-23p19) - mirikizumab di Lilly, primo farmaco di una nuova classe di molecole - per il trattamento della colite ulcerosa (CU) da attiva a moderata e grave nei pazienti adulti.
    Mirikizumab è l'unico farmaco attualmente rimborsato in Italia per la colite ulcerosa che colpisce selettivamente la subunità p19 di IL-23, una citochina infiammatoria che svolge un ruolo cruciale nella colite ulcerosa. Un meccanismo di azione che permette di offrire sollievo da sintomi chiave quali frequenza evacuativa, sanguinamento rettale e urgenza intestinale, indipendentemente dall'uso precedente di farmaci biologici.
    La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica che interessa il colon partendo quasi sempre dal retto e per questo motivo viene anche chiamata rettocolite ulcerosa ed è caratterizzata da periodi di remissione alternati a riacutizzazioni. Le riaccensioni della malattia possono durare anche alcune settimane, con diarrea, sangue e muco nelle feci, dolori addominali, in alcuni casi febbre e, se non si ha una risposta alla terapia medica, l'evoluzione verso forme complicate tali da richiedere l'intervento chirurgico di colectomia. Le cause non sono ancora note, anche se si ipotizza un disordine immunitario cui partecipano molteplici fattori patogenetici. La malattia generalmente ha un picco di incidenza in età giovanile, ma può presentarsi anche in età pediatrica, in questi casi anche in forma più aggressiva e difficile da trattare.
    La colite ulcerosa - continua Castiglione - ha un impatto significativo sulla vita dei pazienti che ne sono affetti, soprattutto nei casi in cui non si raggiunge la remissione con la terapia medica tradizionale Con questo nuovo farmaco mirikizumab abbiamo a disposizione una nuova opzione terapeutica in grado di raggiungere obiettivi importanti quali il controllo dell'infiammazione e un rapido miglioramento dei sintomi, tra cui la diarrea ematica e l'urgenza evacuativa che impattano maggiormente sulla qualità di vita dei pazienti.
    Il programma di studi clinici LUCENT, su cui si è basata l'approvazione del farmaco, dimostra l'efficacia di mirikizumab: dopo 12 settimane di trattamento, quasi due terzi (63,5%) dei pazienti hanno raggiunto la risposta clinica e quasi un quarto (24,2%) ha raggiunto la remissione clinica (42,2% e 13,3%, rispettivamente con placebo). Un'efficacia che si è dimostrata superiore a placebo anche nei pazienti precedentemente trattati con farmaci biologici e che porta a una riduzione delle terapie con steroidi. Tra coloro che hanno raggiunto la risposta clinica a 12 settimane, la metà ha raggiunto la remissione clinica senza uso di steroidi a un anno (27% con placebo).
    Quasi tutti i pazienti (97,8%) che hanno raggiunto la remissione clinica a un anno non facevano più uso di steroidi. L'azione di mirikizumab è sostenuta nel tempo: tra coloro che hanno raggiunto la remissione clinica a 12 settimane, circa due terzi (63,6%) dei pazienti hanno mantenuto la remissione clinica ad un anno di trattamento continuativo (36,9% con placebo). Per le persone che vivono con CU i sintomi che hanno un maggior impatto sono la diarrea, l'urgenza intestinale e gli incidenti correlati all'urgenza intestinale. L'urgenza intestinale ed eventuali incidenti a essa correlati rappresentano le ragioni principali per cui le persone evitano di avere vita sociale.
    "L'impatto sulla qualità della vita di questa patologia è notevole: non si tratta solo di affrontare il dolore fisico e la stanchezza cronica, ma anche di gestire implicazioni di carattere psicologico. Infatti, la disabilità invisibile che la caratterizza e la difficoltà nel descrivere i sintomi, come la diarrea, amplificano il disagio fisico, trasformandolo in un profondo disagio psicologico". Così Salvo Leone, Direttore generale di AMICI Italia e Chairman della European Federation of Crohn's & Ulcerative Colitis Associations (EFCCA). "Per le persone affette da colite ulcerosa, riuscire a controllare i sintomi, come l'urgenza intestinale, rappresenta un importante obiettivo nella gestione della malattia". "Il disegno del nostro programma di sviluppo clinico in quest'area, che ha introdotto anche la valutazione quantitativa dell'urgenza intestinale, dimostra il costante impegno di Lilly in innovazione e a rispondere ai bisogni di salute dei pazienti.", conclude Veronica Rogai, Associate VP-Medical Italy Hub di Lilly. "La disponibilità per i pazienti di mirikizumab segna il nostro ingresso nell'area delle malattie infiammatorie croniche intestinali. Siamo felici e orgogliosi di poter collaborare con tutta la comunità scientifica che si occupa di queste patologie e di poter mettere a disposizione delle persone con Colite ulcerosa una nuova opportunità terapeutica capace di tradursi in un miglioramento tangibile della loro qualità di vita".
   

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