(di Nando Piantadosi)
I discendenti del principe di
Sansevero hanno vinto in via d'urgenza il primo round della
battaglia legale contro chi ha accostato l'opera più nota del
loro Museo e una delle più famose d'Italia, e cioé il Cristo
Velato di Giuseppe Sanmartino, agli occhiali "stile Gomorra"
chiamati "Malaterra", messi in vendita on-line all'epoca dei
fatti contestati a 400 euro al paio.
L'ordinanza cautelare con la quale, tra l'altro, viene
confermato anche il sequestro degli occhiali, risale allo scorso
settembre, ma la querelle giudiziaria - che ora prosegue nella
causa di merito - prende le mosse nel gennaio 2024, da un video
promozionale pubblicato su TikTok. Nello spot, divenuto subito
virale, tanto da totalizzare migliaia di visualizzazioni in
pochi giorni, c'è un giovane acquirente intenzionato a mettersi
sul naso un paio di occhiali capaci di rendere il suo aspetto
più "da delinquente". A spingerlo all'acquisto dei "Malaterra" è
una commessa che illustra il prodotto e le cui stanghette sono a
forma di vele di Scampia: su quella di destra però c'è
l'immagine del Cristo Velato e a sinistra una pistola. Come
custodia, infine, una sacca a forma di fondina.
Venuta a conoscenza dei fatti la proprietà del Museo Cappella
Sansevero si è subito mossa per difendersi da quest'operazione,
preoccupata del fatto che il pubblico potesse immaginare un suo
coinvolgimento nel progetto. A colpi di carte bollate già nel
febbraio dello stesso anno riesce a ottenere l'inibitoria delle
iniziative promozionali e di vendita, il sequestro di tutto il
materiale pubblicitario prodotto e anche degli occhiali che
accostano il sacro al profano, il credo religioso al crimine. La
battaglia davanti al tribunale di Napoli si è protratta fino
allo scorso settembre, con diversi botta e risposta ma alla fine
sono state accolte le principali contestazioni del Museo
Cappella Sansevero e della famiglia comproprietaria dell'omonima
cappella napoletana, diventata irrinunciabile meta turistica per
il grande valore storico-culturale.
Le condotte contestate, secondo i giudici della sezione
specializzata in materia d'impresa, sono "chiaramente lesive
dell'immagine e dell'opera del Cristo Velato", accostato a una
pistola, a un occhiale definito "criminale" per "appassionati di
Gomorra", intaccando così fortemente "l'immagine di un'opera di
assoluto pregio artistico, che costituisce una delle più
suggestive espressioni dell'arte scultorea barocca e dell'intero
patrimonio culturale italiano".
I proprietari della Cappella Sansevero, rappresentati dagli
avvocati Maurizio Borghese e Rossella Giordano, hanno esercitato
il proprio diritto di proprietà e di protezione dell'immagine
del bene culturale e del nome dell'opera "Cristo Velato" nonché
dei marchi registrati (anche quello figurativo che rappresenta
l'opera) sostenendo che la vendita, come la promozione senza
consenso, degli occhiali, in cui è riprodotta, a fini
commerciali, l'immagine del bene culturale, costituisce una
violazione delle norme vigenti. Una tesi, allo stato e in via
d'urgenza, accolta dal tribunale di Napoli.
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