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Cocaina tra camorra e narcos, preso in Colombia latitante

Cocaina tra camorra e narcos, preso in Colombia latitante

Luigi Belvedere deve scontare una condanna a 18 anni di carcere

ROMA, 25 ottobre 2024, 21:05

Redazione ANSA

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Nel corso della notte, a Medellin (Colombia), è stato catturato Luigi Belvedere, ricercato da dicembre 2020 ed inserito nell'elenco dei latitanti pericolosi del Ministero dell'Interno, condannato in via definitiva per traffico internazionale di stupefacenti e che avrebbe agito come intermediario tra i cartelli colombiani ed alcuni clan del "cartello camorristico" dei Casalesi.
    Deve espirare la pena di 18 anni, 9 mesi e 20 giorni di reclusione, nonché una ulteriore misura cautelare sempre per traffico internazionale di stupefacenti.
    L'inchiesta, coordinata dalla Procura distrettuale di Napoli e condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta, dalla Sisco di Napoli e dallo Sco, avvalendosi di una diretta collaborazione con organismi investigativi colombiani e del sostegno operativo di Europol, della Dcsa e del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, ha consentito di documentare l'operatività di Belvedere, broker casertano specializzato nell'illecita importazione di cocaina, che agiva come intermediario tra i cartelli colombiani ed alcuni clan del "cartello camorristico" dei Casalesi. Di lui gli investigatori hanno anche una foto che lo riprende in visita alla tomba del noto narcotrafficante Pablo Escobar In particolare, la cattura di Belvedere- che ha visto la partecipazione diretta di investigatori della Polizia di Stato in missione in territorio colombiano - è maturata nell'ambito di articolate indagini che, avvalendosi anche delle informazioni estrapolate da un noto sistema di messaggistica in collaborazione con Europol, hanno consentito di accertarne la presenza in Colombia ove era attivo nell'organizzazione delle spedizioni di droga dal Sud America verso l'Europa.

Catturato narcos Belvedere,impulso indagini dopo arresto Nocella 

Le indagini che hanno portato all'arresto del narcotrafficante Luigi Belvedere, catturato ieri sera a Medellin, in Colombia, hanno avuto un'accelerazione poiché è emerso che questi si era molto allarmato subito dopo il recente arresto - l'8 ottobre, sempre in Colombia - di un altro latitante, Gustavo Nocella, che con lui era in stretto contatto. Gli investigatori hanno accertato che Belvedere poteva disporre di documenti colombiani falsi che gli permettevano di muoversi liberamente e di godere dell'appoggio di altri cittadini italiani presenti sul territorio colombiani. Tra questi proprio Nocella, ricercato in ambito Schengen e poi, su richiesta della Squadra Mobile di Caserta, in campo internazionale.

Camorrista Belvedere depistava cambiando spesso casa 

Per eludere i controlli della polizia colombiana che era sulle sue tracce, a Medellin, il camorrista Luigi Belvedere, arrestato nella notte e ricercato dal 2020 per traffico internazionale di droga, aveva affittato vari costosi appartamenti, per più di 2.500 dollari l'uno. In un mese ne sono stati identificati almeno quattro, che utilizzava a caso, per confondere le piste investigative. I dettagli sono stati diffusi dalle autorità del Paese sudamericano che hanno eseguito l'arresto nell'ambito dell'operazione Caronte, in collaborazione con la polizia italiana, Europol, Dcsa, e il servizio per la cooperazione internazionale di polizia. Secondo gli inquirenti, "Belvedere era il principale coordinatore tra i narcotrafficanti colombiani e la camorra, e si occupava della logistica necessaria per inviare grandi volumi di cocaina in Spagna, Germania, Olanda e Italia: la sua rete complessa e ben strutturata gli permetteva di preparare e stoccare la droga su imbarcazioni destinate ai porti europei, da dove veniva distribuita in città chiave come Napoli e Caserta". Inoltre, il trafficante doveva il suo "successo" a "una rete di collaboratori altamente specializzati, che agivano tutti sotto il suo stretto controllo". Per il direttore generale della polizia colombiana, il generale William Salamanca, l'operazione "è il risultato dell'efficace collaborazione e dello scambio di informazioni tra la polizia nazionale colombiana e le agenzie internazionali, e dimostra la fermezza nella lotta al narcotraffico". Si tratta infatti del secondo arresto di camorristi italiani in una settimana a Medellín, dopo la cattura di Gustavo Nocella.
   

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